
Food
Se oggi la ristorazione ha sdoganato la passione per i burger, il merito va anche ai paninari, che per primi in Italia resero glamour il fast food. Se in origine erano gli italianissimi panini del bar Al Panino di Piazza Liberty a far correre i primi galli milanesi, dal 1982 l’apertura del primo Burghy a Milano cambia le regole. Gestito dalla catena di supermercati GS, il Burghy incarnava nel Belpaese il consumismo di matrice americana che animava il way of life paninaro. Certo le calorie degli hamburger facevano a schiaffi con lo stile di vita sportivo, edonista e salutista. Tra lampade e fitness, dei paninari, eppure il fast food ne diventa religione laica.
La catena, rilevata dal 1985 da Cremonini, arrivò a possedere 96 ristoranti attraverso tutto lo stivale entro il 1995. Addirittura, altre catene minori tentarono di replicare la fortuna, sfamando le sempre crescenti company di paninari. È il caso, per esempio, del torinese Mellow o del savonese Bunny. Allo stesso tempo, però, il successo del fast food portò il colosso McDonald's a investire in Italia, andando progressivamente a rilevare tutti i ristoranti Burghy dello stivale, fino all’ultimo che cambiò definitivamente insegna nel 2006.