
Playboy chiude il suo magazine dopo 66 anni Il numero in uscita questa settimana sarà l’ultimo
Da quando il leggendario Hugh Hefner lo fondò nel 1953, Playboy Magazine è diventato un’icona.
Il mito che nacque intorno a quelle pagine proibite, intorno alle Conigliette, al Playboy Club e alla Playboy Mansion era più di semplice erotismo: era uno stile di vita. E anche se il brand che è nato da quella rivista appare ancora forte, con un fatturato annuo di 3 miliardi di dollari, lo stesso non si può dire della rivista da cui il brand è nato in origine. In una lunga lettera pubblicata su Medium da Ben Kohn, CEO di Playboy, si racconta appunto come l’emergenza Coronavirus, con le conseguenze economiche che si porta dietro, abbia dato il colpo di grazia a Playboy Magazine, il cui pubblico di lettori è andato assottigliandosi sempre di più. Per questo, ha annunciato Ben Kohn, dopo 66 anni di attività, Playboy cesserà tutte le sue pubblicazioni cartacee. Il numero di Marzo 2020 sarà l’ultimo pubblicato dalla rivista.
Playboy era molto più di una rivista erotica: era una pubblicazione che affrontava il discorso culturale con un tono di provocazione, senza paura di toccare argomenti tabù, parlando del sesso in termini positivi e collaborando con giganti della cultura pop come Salvador Dalì, Marilyn Monroe, Vladimir Nabokov, Ian Fleming e Stephen King. Da qualunque prospettiva si scelga di guardare la fine della pubblicazione periodica di Playboy Magazine, la scelta di Kohn rappresenta la fine di un’era. Il brand miliardario che Playboy è diventato oggi, dopo tutto, ha bisogno di rinnovarsi, di cambiare i suoi linguaggi per un mondo e una società che decenni fa Hugh Hefner non avrebbe mai nemmeno saputo immaginare.