10 brand scomparsi nell’ultimo decennio Da GURU a American Apparel, da Vine a Forever 21 sono tanti i marchi che tra il 2010 e il 2019 ci hanno detto addio

Sono tanti  i brand che ci hanno detto addio nell’ultimo decennio. Qualcuno la chiama la morte di catene come Forever 21 o American Apparel "l'apocalisse del retail". La semplice verità è che i gusti e le mode cambiano, le tecnologie evolvono e quello che ci faceva impazzire fino a poco tempo fa oggi risulta spesso obsoleto. Difficile spiegare a qualcuno cresciuto a pane e Netflix cosa significasse stare un’ora a sbirciare tra gli scaffali di Blockbuster e poi tornare a casa col film più brutto disponibile o convincere un fan di Off-White della coolness degli skinny jeans di Cheap Monday

Preparati i fazzoletti perché nss vi porta nel “cimitero” dei brand defunti tra il 2010 e il 2019: alcuni falliti, altri falliti e già resuscitati e altri ancora vivi, ma per poco.

Cheap Monday 

All’inizio degli anni 2000 era l’ azienda leader indiscussa. Il 3310 e il 3330 erano must have. I suoi telefoni erano all’avanguardia: il 7650 è stato il primo cellulare a colori in grado di scattare fotografie e tutti ricordano quando Nokia introdusse Snake, Deep impact, il t9. Una rivoluzione e poi il declino. Mentre Apple e Samsung avevano compreso le potenzialità sociali e non solo funzionali dello smartphone e di device come il touch screen, il brand scandinavo restava concentrato su prodotti di qualità, ma poco appetibili. Alla fine del 2013 Nokia venne acquistato da Microsoft acquistò per 9,5 miliardi di dollari, ma solo due anni dopo l’operazione di rivelò un fallimento. Il mercato continuava a cambiare velocemente e la società finlandese restava indietro. Poi, il miracolo: Hmd Global ha risollevato le sorti di Nokia puntando sull’effetto nostalgia e riproponendo modelli cult in versione aggiornata come l’81010, conosciuto anche come “il telefono di Matrix”.