Morfologia dei manichini Su perché cambiano e cosa dicono di noi

I manichini sono una costante nella storia della moda, un elemento che come i trend è in continuo mutamento. Se i vestiti che indossiamo ci rappresentano, la moda a cui aspiriamo incarna i nostri ideali. Non solo politici o filosofici (come il rifiuto del fast fashion o la corrente del minimalismo, per esempio), ma anche fisici: l'abito è un mezzo d’espressione, il corpo la tela su cui compare. Ciò che si ritrova in passerella altro non è che la sedimentazione finale di tutti gli avvenimenti socio-politici che si sono susseguiti in precedenza - basti pensare che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, i manichini in vetrina erano diventati non solo più magri a causa della crisi, ma anche più corti di 2 centimetri, oppure che negli anni ’80 hanno cominciato ad avere gli addominali. Di fronte a un mondo dilaniato dalle guerre e dal capitalismo ormai giunto al suo ultimo stadio, la moda risponde all’incertezza del suo pubblico offrendo un finto senso di sicurezza con i cosiddetti “core”, estetiche pronte per l’uso che fanno leva sul fattore nostalgia. Come il Cottage-Core, il Dark Academia e l’Indie Sleaze, anche i manichini sono diventati vittima di questa semplificazione: con l’ascesa del quiet luxury, di collezioni sovrassature di accessori e di prodotti dal design schietto (e per questo più vendibile), stanno diventando tutti uguali, a volte scomparendo persino dalle vetrine, sostituiti da grucce minimal o installazioni artistiche. Non prendetevela, quindi, con un brand che ha scelto manichini troppo magri: non sono altro che un segno dei tempi che stiamo vivendo.

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Vivienne Westwood's Sex store, circa 1971
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Fiorucci store in New York City, 1980
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Mary Quant's Bazaar store, 1960
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Calvin Klein's New York store in the '90, designed by John Pawson
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Bottega Veneta store in Paris, 2023
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Casa Loewe in Seoul, 2024
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Jacquemus' Capri store, 2024
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Gucci's FW18 storefront in Milan
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American Apparel, 2015
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Nike's first plus size mannequin
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«Non escludo che arriverà il momento in cui le vetrine diventeranno degli schermi led wall con finte proiezioni tridimensionali, ologrammi e chissà quant'altro» dice Tafel, certa che anche se i manichini stanno diventando sempre più sottili, non scompariranno mai. «Spesso è molto più comodo avere i capi sulle grucce o piegati per farli solamente toccare o provare, mentre a volte, in caso di presentazioni con un minor numero di capi, la presenza del manichino crea più dinamicità: tutto dipende dalla forza del brand», aggiunge. Un primo assaggio dei manichini del futuro arriva da Zalando, la piattaforma di e-commerce che ha appena lanciato i camerini virtuali, uno strumento in cui è possibile visualizzare su un manichino delle nostre esatte dimensioni i capi che intendiamo acquistare online. A giudicare dal fermento che ha suscitato la nuova tecnologia, motivata da uno studio di Zalando che dimostra che i camerini causano ansia e frustrazione, è possibile che presto ci ritroveremo in boutique con un manichino della nostra esatta taglia. Sarà allora che, dopo anni di diete a base di quiet luxury e altre estetiche prefabbricate, i manichini avranno finalmente qualcosa di buono da raccontare: il nostro stile personale.