Quest'anno Wimbledon è stato una masterclass di moda maschile Una dimostrazione di come anche i look formali possono essere freschissimi

All’inizio di quest’estate c’è stato, all’interno della bolla della moda, un piccolo dibattito sull’abbigliamento formale da uomo tradizionale. Outfit come quelli che si vedono, poniamo, a Firenze nei giorni del Pitti, pur diventando più moderni con ogni stagione che passa, sono sempre più associati a un formalwear estremamente artefatto e demodé – paragonabile quasi a un ComicCon per emuli di Oscar Wilde e dei dandy di inizio ‘900. Alcune voci particolarmente progressiste del settore hanno lamentato l’eccessivo attaccamento a un costume maschile eteronormativo e un po’ antiquato:  completi spezzati dai colori leziosi, pantaloni dall'orlo troppo corto, cravatte barocche abbinate a camicie club collar, bretelle, scarpe monkstrap fatte a mano, cappelli Panama a tesa larga, nodi Windsor alla cravatta – tutto un damerino-core diventato negli anni quasi doloroso da guardare, ormai aderente a un clichè troppo preciso e, dunque, asfittica e culturalmente inerte. Sorge dunque la domanda su quale sia lo stato dell’arte per il formalwear maschile nel 2022. E se con Pitti è giunta, in forme a volte un po’ contenziose, la domanda con l’ultima edizione di Wimbledon è arrivata la risposta. David Beckham, Tom Cruise, Rami Malek, Woody Harrelson, Andrew Garfield, Martins Imhangbe,  Rege Jean-Page, Tom Daley,  Jason Statham, Matt Smith, Paapa Essiedu, Tom Hiddleston, Jimmy Akingbola, Paul Mescal, Max Harwood, Mason Mount – questi sono solo alcuni degli uomini presenti nel celebre Royal Box del torneo, presentatisi in una parata di completi Ralph Lauren (molti non tutti) che hanno reso evidente come l’abbigliamento formale da uomo, quando eseguito senza manierismi e svolazzi di sorta, riesca a essere di una freschezza senza pari.

David Beckham
Andrew Garfield
Paapa Essiedu
Tom Cruise
Paul Mescal
Tom Hiddleston
Taika Waititi
Rege Jean-Page
Woody Harrelson
Mason Mount
Matt Smith
Jimmy Akingbola
Jason Statham
Ghetts
Chris O'Dowd
Elias Bathasar Becker
Tom Daley & Dustin Lance Black
Rami Malek
Munya Chawawa
Max Hurd
Thomas Brodie Sangster
Tom Sturridge

Se una lezione si può trarre da questa parata di outfit (ce ne erano anche di dimenticabili) è quella che per fortuna, oggi, gli orizzonti del formale si stanno allargando anche tra gli aristocratici spalti di Wimbledon. Attraverso la rigida “gabbia” del classico completo le varie celebrity hanno sperimentato con colori, con fit, con texture e con immaginari diversi mentre il più interessante filone degli outfit preppy ma rilassati  che non includevano una giacca o una cravatta di per sè, hanno interpretato a modo proprio il concetto di eleganza formale, plasmandone e allargandone i limiti. Una bowling shirt e un pantalone dal fit perfetto, ma anche un paio di shorts, possono diventare formali, insomma, così come un completo come quelli di Beckham, in cui ogni pezzo possiede un colore e una decorazione propri può diventare un’alternativa interessante al classico blando completo senz’arte né parte buono nemmeno per un matrimonio in provincia. Il trick che gli spettatori di Wimbledon ci insegnano è quello di guardare oltre la forma e l’idea di completo che conosciamo, superare la natura formulare e canonizzata di quel look per guardare criticamente agli elementi che lo compongono,  trovando lì la sua vera bellezza e il suo “respiro”: la combinazione dei colori, il gioco delle proporzioni, la lunghezza di un colletto e la svasatura di un pantalone, l’intarsio delle texture ma anche un certo tipo di eccentricità disinvolta. Il menswear migliore non si vede nella presenza di una “vecchia” eleganza ma nell’assenza di uno sforzo apparente