
Storia e ritorno in passerella delle creeper Da simbolo delle sottoculture a moda
Le iconiche scarpe platform sono passate all’immaginario comune come simbolo della sottocultura punk, ma sono anche fonte d’ispirazione per brand come Prada e Vivienne Westwood e da decenni animano le passerelle dell’alta moda nelle loro declinazioni più stravaganti. La loro ultima apparizione? La FW24 di Gucci, la prima collezione menswear del direttore artistico Sabato de Sarno che ha riportato in passerella la silhouette caratteristica della scarpa. Se fino a prima conoscevamo Gucci per i suoi mocassini, la nuova collezione lo reinterpreta attraverso il look delle classiche Creeper, aggiungendo la suola zigrinata e spessa ad una calzatura slanciata. Non è la prima volta che queste scarpe fanno il loro debutto per un brand di lusso, con l'ultimo esempio che arriva dalla Pre-Fall 2021 di Marni, ma le loro origini appartengono alle strade inglesi. Scopriamo insieme la storia delle creeper.
Il dopoguerra e le Brothel Creeper
Dopo un relativo periodo d’oblio negli anni '90, le creeper sono tornate protagoniste della moda dal 2000, riesumate e rielaborate da tantissimi stilisti e celebrity: Alexander Wang, Chanel, Rihanna per Fenty PUMA, Prada, che ne ha fatto una versione mash-up con le espadrillas, Yamamoto, Comme des Garçons Homme che le ha portate in passerella durante la PFW FW19, adidas Originals e Kazuki Kuraishi, fino alla Monk Strap Creeper di Nicholas Daley & George Cox. Il ritorno della suola zigrinata in passerella alla Milano Fashion Week Uomo di quest'inverno conferma che le creeper sono un fenomeno iconico che, nonostante il continuo cambiare di mode, continua a suscitare il fascino dei più cool.