Quello tra Catania e Palermo è un derby che va al di là della categoria Siamo andati al Massimino di Catania per vedere la partita accompagnati da Marco Biagianti

I derby sono partite complesse. Lo sono più del dovuto, più dei novanta minuti che servono a decidere un vincitore ed uno sconfitto, a marcare il territorio ed a sancire chi può gioire con le mani al cielo e chi disperarsi con le mani nei capelli. Lo sono al di là della città, regione e della categoria in cui si giochi. Passano le stagioni, cambiano i giocatori, i protagonisti e le ambizioni delle due squadre in campo, ma l’importanza della partita, accompagnata da un’atmosfera mistica quasi religiosa resta sempre la stessa.

E in una regione come la Sicilia, tremendamente passionale, un’isola posta al centro del Mar Mediterraneo nella quale convivono la forza impetuosa dei vulcani e l’azzurro calmo e lento del mare, il derby è qualcosa di sacro. Nonostante le varie squadre del territorio, il derby di Sicilia ha sempre e solo significato Catania contro Palermo e viceversa. Una antica rivalità tra le due città per la supremazia territoriale che ha definito la storia della Sicilia, una lotta continua sotto ogni punto di vista possibile: politico, sociale, culinario, letterario, architettonico prima che sportivo. Un confronto tra città distanti circa 210 km ma unite da una rivalità costante che non cessa di esistere, e che due volte l'anno si trasferisce sul campo da calcio. Due squadre che hanno scritto parte della storia sportiva del calcio siculo portandolo alla ribalta grazie a giocatori e allenatori di culto, che hanno infiammato la rivalità grazie alle loro prodezze e magie e che i quali nomi ancora oggi vengono sgranati come rosari dai rispettivi tifosi. 

E' stata una gara nervosa, fisica e con ben tre espulsioni, due tra i rosanero e uno per i padroni di casa, nella quale il Catania ha rischiato poco e realizzato i due gol decisivi grazie ad uno dei talentini in rapida ascesa del calcio italiano, il ventenne Luca Moro. Un nome già appuntato sui taccuini delle squadre di Serie A, un attaccante moderno capace di attaccare con costanza la profondità abbinando tecnica e fisico e ormai saldamente capocannoniere del torneo con 18 goal siglati in sole 15 partite. Arrivato in prestito dal Padova quasi per caso negli ultimi giorni di mercato sotto le pendici dell'Etna, si è rivelato più che fondamentale per i destini dei rossoblu consacrandosi davanti al suo pubblico nella partita più sentita della stagione. L'eroe di giornata a fine partita, oltre al pallone in ricordo, ha ricevuto anche i complimenti via social del Papu Gomez, un altro di quegli argentini che hanno fatto sognare il Catania per diverse stagioni.

Finisce dunque così il primo dei due match della stagione che vede idealmente contro l’Etna e il promontorio del Monte Pellegrino, con i 9000 tifosi catanesi in delirio a bordocampo e quelli palermitani costretti a seguire davanti ai televisori una bruciante sconfitta. Entrambi tra qualche mese si rincontreranno per un ulteriore capitolo di una sfida impossibile da racchiudere in novanta minuti.