L'espiazione di Kanye West Cosa è successo al Release Party di DONDA

Sono le 12 del 6 agosto e di Donda ancora non c'è traccia. Tra rumor, screen di Apple Music e tweet più o meno rivelatori l'atteggiamento in questi casi dovrebbe essere indignato, stanco e forse anche deluso per l'ennesimo colpo a vuoto sparato da Kanye West dopo un'attesa durata più di due settimane. Due settimane in cui le aspettative si sono unite alla curiosità, in cui Kanye si è prima nascosto all'interno di uno stadio per poi rivelarsi ai suoi fan con un evento entrato di diritto nella storia. Quella andata in scena al Mercedes-Benz Stadium di Atlanta è stata per molti versi la consacrazione definitiva di Kanye West come artista e performer, ma sopratutto come una delle personalità più importanti non solo del rap ma della pop culture degli ultimi 50 anni.

Due momenti per raccontare un'intera carriera, l'evoluzione di un'artista passato dalle polo agli outfit Balenciaga, dalla cucina di casa a un palco allestito da Demna Gvasalia e nonostante tutto ancora in grado di sorprenderci. È da tempo che Kanye sembra agire quasi in maniera casuale, in un atteggiamento totalmente in controtendenza con il marketing ragionato al millimetro che siamo ormai abituati a vedere da anni. Dietro la casualità c'è però la spontaneità, l'agire liberamente che compete solo ai grandi artisti, ma soprattutto quella in grado di rendere l'artista un uomo, facendoci emparizzare con la sua musica e con le sue scelte. Dopo i dischi, i Grammy, i mental breakdown e le polemiche che l'hanno circondato, ieri sera Kanye West l'ha rifatto, riuscendo a rendere l'uscita di un disco che ancora non esiste un evento culturale, un momento che rimarrà come termine di paragone per chiunque verrà dopo di lui. Nulla di nuovo, si chiama fare la storia, una pratica che Kanye conosce bene.