La storia segreta della Costa Smeralda La Vita Smeralda, il Billionaire e le spiagge cristalline: tutto cominciò dal sogno di un principe Persiano

La Costa Smeralda più che un luogo è un’idea.

Si tratta di un tratto di costa della Gallura di appena venti chilometri - nella parte nord della Sardegna - che è riuscito ad entrare nella cultura italiana come sinonimo di benessere e benavere. Grazie alle spiagge caraibiche, le serate di Briatore, la villa di Berlusconi con il vulcano finto e gli yacht chilometrici degli oligarchi russi, la Costa Smeralda è passata da essere una delle zone più sconosciute della più povera regione italiana a tappa obbligatoria delle vacanze del jet set mondiale, diventando contemporaneamente uno dei luoghi simbolo della cultura trash e yuppi italiana e attrazione per i grandi ricchi di tutto il mondo.

Questa breve guida della Costa Smeralda ripercorrerà l’assurda storia di come sono nati Porto Cervo e gli altri paesi, l’era dorata degli anni ’90 e infine abbiamo raccolto qualche consiglio per chi quest’estate andrà ad assaggiare la sabbia e il mare più esclusivo d’Italia.

 

Tutto cominciò con un principe Persiano e un scenografo francese

La leggenda narra che quando all’inizio degli anni ’60 Karim al-Husaynī, Āgā Khān IV, sorvolò con il suo jet privato quel tratto brullo e selvatico del nord della Sardegna se ne innamorò per sempre. Nonostante il titolo di Principe e 49º Imam dei musulmani Ismailiti Nizariti (in linea dinastica diretta da Maometto), quando si inventò la Costa Smeralda Karim aveva 26 anni e una laurea a Harvard, girava con una baronessa ventenne, Anoushka von Mehks, e aveva tanti soldi in tasca. Il papà era il leggendario Aly Khan, principe di dinastia persiana, ambasciatore del Pakistan all'Onu, ex marito di Rita Hayworth; la madre Joan Yarde-Buller, nobildonna inglese, ex moglie di un magnate Guinness. La Costa Smeralda negli anni ’60 non si chiama così, la regione era pressoché disabitata, usata dai pastori come pascoli invernali. L’Aga Khan comprò tutti i terreni per due lire e decise di rendere quel posto dimenticato dal boom economico italiano, il più cool della nostra penisola.

 

La lista delle cose da fare era piuttosto lunga. Trovato un nome chic e meno sardo di Gallura, fu fondato un consorzio che avrebbe gestito gli hotel e i centri abitati. Per il progetto il Principe si rivolse ad un eccentrico scenografo francese, Jacques Couelle. Amico di Pablo Picasso e Salvador Dalí, Couelle realizzava scenografie teatrali e all’occorrenza si improvvisa scultore-architetto con inclinazioni fantasiose. Per il grande progetto della Costa Smeralda immaginò una storia più che un progetto edilizio, l'idea era quella di mimetizzare villoni lussuosi ma rurali all'interno della vegetazione e nei colori della terra Sarda.

Couelle si mise a disegnare schizzi con il carboncino, pescando ispirazioni e stili da tutte le architetture balneari più famose: il risultato è un'autentica invenzione di matrice teatrale, un misto di forme e stilemi sardi, spagnoli, provenzali, capresi, amalfitani, greci, pugliesi, siculi e magrebini. Sublime summa di questa follia è l’hotel Cala di Volpe di Porto Cervo, mitologica cattedrale alberghiera del deserto: torrette svettanti, canali come a Venezia, finestrelle strette da convento e minareti moreschi. Si inventò persino che l'hotel dovesse sorgere sulle rovine di un mai esistito convento alto-medioevale, di cui oggi i turisti ingenui ammirano convinti le false fondamenta ad opus incertum e reticulatum.

Affinché i suoi disegni a carboncino fossero resi realizzabili, fu necessario chiamare un architetto di quelli veri, e la scelta cadde su Luigi Vietti - già demiurgo del sogno della villeggiatura italiana anni ’60 avendo progettato i piani urbanistici di restauro di Portofino e Cortina d'Ampezzo - che suggerì al principe il nome di Costa Smeralda. Vietti - con l’aiuto di un altro grande architetto italiano come Michele Busiri Vici - riuscì a trasportare nella realtà la visione di Couelle realizzando lo stile architettonico che ancora oggi domina tutta la Costa Smeralda: curve leggere e sinuose, colori caldi, travi a vista, piazzette da aperitivo e una insopprimibile aria di vacanza e benessere diffuso.

La Costa Smeralda attraeva ogni tipo di vip dal mondo: da Micheal Douglas fino a Madonna, passando per i calciatori e gli oligarchi, divenne presto uno status symbol per la classe dirigente mondiale. A mettere la Smeralda sulla mappa della politica internazionale ci pensò Silvio Berlusconi e la sua Villa Certosa, faraonico riad sardo che si estende su 4.500 metri quadri, con 126 stanze ed un parco di 120 ettari. Lì il Berlusconi Premier accolse Tony Blair, Vladimir Putin e lo spagnolo José Zapatero. Paolo Sorrenntino ha deciso di ambientare la metà del film dedicato a Berlusconi - Loro 1 - proprio in quella villa, sfoggio estetico dell’uomo più potente d’Italia e di leggende come la replica di vulcano per la festa di ferragosto.

La fine dell’era Smeralda è arrivata poco prima della crisi economica, dai primi anni duemila qualcosa si ruppe, le feste non erano più come prima e il processo di cafonizzazione era completato. Il film di Jerry Calà Vita Smeralda – uscito nel 2006 – certificò quanto il mito della Smeralda fosse terminato, diventando più un’aspirazione nazional popolare, inaccessibile per la scarsità di posti e prezzi astronomici. Venne allora il tempo dei russi e degli arabi, che si aggirano per le boutique griffate di Porto Cervo armati di American Express Black.

 

Qualche consiglio se andate in Costa Smeralda nel 2019

Bene, dopo avervi annoiato con la storia della Smeralda è arrivato il momento che aspettavate: cosa fare se andate in Costa Smeralda quest’estate. Come piccola premessa, in Smeralda succede una cosa stranissima e se andate a Porto Cervo all’ora dell’aperitivo ve ne accorgerete immediatamente. Si tratta del metaturismo, cioè turisti che sono attratti esclusivamente da altri turisti solo più ricchi. Si forma questo struscio sulla banchina dello Yatch Club in cui i metaturisti osservano con occhi sognanti i ricchi possessori di barche sorseggiare l’aperitivo. Sembra una messa in scena reale delle storie di Instagram, e se sarete più affascinati dai turisti sulla banchina rispetto a quelli in barca, beh diventerete metaturisti di 3 grado.

Scusate, eravamo arrivati al momento dei consigli, ve li metto qui belli ordinati.


Spiagge

- Spiaggia del Principe - Porto Cervo

- Piccolo e Grande Pevero - Porto Cervo

- Long Beach (stabilimenti da 100€ a giorno)

- Marinella - Porto Rotondo, locale sulla spiaggia per aperitivi trash "Blu Beach"

- Isola di Mortorio - Porto Rotondo

- La Valle della Luna – tecnicamente siamo lontani dalla Smeralda, ma se andate nella Sardegna del nord non potete mancare un tramonto sul mare con i bonghi della comunità hippie in sottofondo.


Locali

È bene sottolineare come la Smeralda non offra diverse tipologie di locali, e i costi sono come potete immaginare decisamente alti. Comunque:

- Country Club - Porto Rotondo

- Ritual - Baja Sardinia

- Phi Beach - Baja Sardinia

- Billionaire – Porto Cervo

- Just Cavalli – Porto Cervo

 
Posti dove mangiare

- coffe pot Porto Rotondo

- panino con il polpo da Pappafico a Golfo Aranci

- panino con Porceddu da Onofrio alle porte di Porto Rotondo

- agriturismo Stazzu Li Paladini a Olbia. Per assaporare la vera cucina del territorio. Consiglio non andateci in macchina: difficile alzarsi da tavola sobri.