Esiste ancora una scena trap italiana? Dopo solo cinque anni, l'hype attorno alla trap in Italia si è rarefatto

"Signori, questo è l'inno della nuova scuola" scrive un utente nei commenti del testo di Revolver Freestyle su Genius, brano firmato da Tedua, Sfera Ebbasta, Rkomi, Izi e il francese Coyote Jo Bastard e rilasciato il 13 gennaio 2017. Un commento emblematico e significativo, che riassume in poche parole l'eccitazione che si respirava attorno alla nuova scena trap italiana tra il 2015 e il 2016. Oggi quella scena è rimpianta, mentre i social sono pieni di persone che ricordano quanto sia stata rilevante l'ondata di nuovi rapper esplosi nel 2016, un anno magico, che ha visto uscire diversi dischi ancora oggi molto apprezzati. Da Orange County Mixtape di Tedua, a Sfera Ebbasta dell'omonimo rapper di Cinisello Balsamo, fino a Dasein Sollen di Rkomi e la Trilogy della Dark Polo Gang, sembrava che tutti i nuovi talenti della scena trap avessero deciso di concentrare sul 2016 il loro impegno, contribuendo a rendere quell'anno musicalmente indimenticabile. 

Alcune delle immagini più "trap" della nuova scuola
Alcune delle immagini più "trap" della nuova scuola
Alcune delle immagini più "trap" della nuova scuola
Alcune delle immagini più "trap" della nuova scuola

I social network, ovviamente, hanno facilitato il gioco. Senza i social e senza la trap, gran parte della scena nazionale non ci sarebbe. Basterebbe citare tha Supreme e Young Miles, giovanissimi producer sulla cresta dell'onda esplosi grazie a Internet, o ANNA, che ha conosciuto la fama grazie a TikTok. Una domanda allora sorge spontanea: fare musica trap è davvero così semplice? Ovviamente la risposta è no, ma è proprio a causa di questo "equivoco" che oggi abbiamo tutti questi rapper uguali fra loro, incapaci di dare qualcosa di nuovo al genere e in grado unicamente di sopravvivere "ispirandosi" ai colleghi delle altre scene europee per cercare di svecchiare delle sonorità trite e ritrite già dopo solamente cinque anni. Una sorte simile in Italia è quella a cui sta andando incontro la drill, altro sottogenere del rap reso celebre da Chief Keef e la Glo Gang, ma soprattutto da Pop Smoke, rapper scomparso ormai un anno fa e divenuto leggenda dopo la morte. La sensazione è anche qui quella di essere davanti a una nuova possibile bolla speculativa: nell'ultimo anno tanti nomi sono emersi grazie alla drill, tanti altri hanno deciso di provare a farla, molto spesso però il risultato è stato scoraggiante. Il problema, così come con la trap, rimane sempre lo stesso: se altrove qualcosa funziona, non significa necessariamente che possa succedere lo stesso anche nel nostro paese. Così la creatività e l'originalità si eclissano in un testo come un altro, in una storia Instagram in cui ci si vanta di aver portato per primi il genere in Italia, in uno slang parlato senza appartenere al giusto contesto.

Quando la trap arrivò in Italia nel 2015, la novità era reale e il sound che si iniziava a sentire era veramente innovativo per il panorama. Il sottogenere aveva molto meno seguito (rispetto a oggi) anche in America, e in più i rappresentanti della nuova scena avevano uno stile, un fascino, una personalità quasi rivoluzionaria, ma soprattutto avevano davvero qualcosa da dire, un riscatto da compiere, e la musica era la via giusta da percorrere per sfuggire a una vita fatta di stenti tra le case popolari e la delinquenza. Tutti i protagonisti della new wave trap avevano una storia da raccontare e un forte legame a unirli tutti, come se fossero i prescelti per portare la trap alla ribalta. Purtroppo adesso la realtà è diversa e la trap italiana ha finito le idee, è satura e piatta, e una via di fuga non può di certo essere copiare le movenze e il flow di qualcun'altro. Qualcuno riesce ad emergere - Rosa Chemical, personaggio pressoché unico sul suolo italiano, allo stesso tha Supreme, che ha un sound chiaramente riconoscibile, o a qualche emergente, come J Lord, napoletano di cui presto sentiremo parlare -, ma per le nostre ambizioni non è abbastanza. Nel 2021, la trap in Italia continua a far vendere tanto e a intrigare il pubblico, ma per quanto ancora tutto questo durerà?