Come sono cambiate le condizioni di lavoro dei rider E come non sono cambiate

Un click sullo schermo, la notifica dell'ordine ritirato dal rider e infine la consegna. Un processo istituzionalizzato dalla pandemia, all’apparenza semplice, che nasconde una serie di movimenti di dati, algoritmi e esseri umani. Sebbene le condizioni dei lavoratori del delivery food siano state a più riprese soggetto di polemiche, rivendicazioni sindacali e simbolo di un silente ma palese sfruttamento che nella società occidentale di oggi non può più essere accettato, i progressi nel settore sono lenti e fumosi. Scandit, leader nelle soluzioni di smart data capture, ha condiviso oggi Global Delivery Insight - Driver Views from the Last Mile, un report completo che esamina lo stato del settore delle delivery, basato sulle opinioni di oltre 1.200 delivery driver di 11 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia. 

Un mestiere appetibile proprio nell'apparente flessibilità che sembra concedere, offrendo opportunità di lavoro e orari compatibili con carriere e attività diverse. Eppure ad oggi, una metropoli senza delivery, sarebbe impensabile. Un sistema di consegne importato dagli States che si ramifica sempre più raggiungendo anche le province più remote, tanto da diventare in breve tempo scontato. E forse proprio per la sua capillare diffusione, è importante concentrarsi sui diritti di coloro che garantiscono un servizio sempre più popolare.