
Enciclopedia dell'universo Ralph Lauren Da Polo Ralph Lauren a Purple Label, tutto ciò che c'è da sapere
Ralph Lauren. Preceduto da "Polo" per farlo suonare più inglese e in riferimento a uno degli sport preferiti dal designer, fatto di gesti eleganti e interconnessione tra uomo e animale, è la prima linea di tante creata dallo stilista americano che ancora oggi si riconferma come il motore trainante del sua marchio. Un connubio tra lo stile preppy britannico e quello dell’élite americana degli anni Venti, alla Grande Gatsby, messo a disposizione di chi non si sarebbe mai potuto permettere nessuno di questi due stili di vita. La linea Polo Ralph Lauren, nata nel 1967 con delle cravatte e poi con una linea di abbigliamento elegante ma realizzata con tessuti sportivi, riscontra un enorme successo nel 1971, anno in cui nasce la controparte femminile: una collezione di camicie dal taglio maschile, arricchite da un simbolo ricamato sui polsini, il logo del giocatore di polo. Proprio l’anno successivo nasce La Polo, colonna portante della linea e di tutta l’estetica del marchio americano: una t-shirt in cotone con colletto morbido e un apertura sul petto chiusa da due bottoni, proposta in un solo modello declinato in 24 colori.
La trasversalità e la continua appetibilità della linea del cavallino ebbero il primo successo nel segmento dei WASP, White Anglo-Saxon Protestant, ossessionati da famiglie come i Vanderbilt e dalle loro tenute bianche candide. Questi clienti non avevano molte possibilità economiche, ma volevano sentirsi parte di quella lobby. Dalle prime campagne pubblicitarie emerge chiaramente l’intento di rappresentare una nuova idea di famiglia aristocratica americana, con capi dai prezzi nella media, come camicie e maglioni, ambientati in sfondi che raffiguravano famiglie borghesi “classiche”, auto di lusso e abitazioni nobili. L'estetica si espanse molto velocemente, riuscendo a entrare nell’immaginario collettivo delle Ivy League americane, come Harvard e Yale, per poi approdare nelle scuole private di New York, nei college di Oxford, e nella piazza di Wall Street. Negli anni Ottanta, la moda Polo arriva nei quartieri più elitari della capitale romana, come i Parioli, e nei licei privati di Milano, come il liceo San Carlo. In meno di un decennio, l’estetica di Polo diventa un vero e proprio stile di vita, espressione di una nuova borghesia che voleva essere tanto borghese quanto i veri borghesi, pur non potendolo realmente essere.
Polo Ralph Lauren dagli anni '80 a oggi
Se la linea Chaps, lanciata nel 1978, ha rappresentato una delle mosse più audaci di Ralph Lauren, è perché ha portato lo spirito e l'eleganza casual del marchio a un pubblico molto più ampio. Pensata come una proposta accessibile per la classe medio-bassa americana, Chaps era una celebrazione del classico stile americano reinterpretato per i consumatori di massa: camicie button-down, maglioni a trecce e giacche sportive che richiamavano le atmosfere dei campus Ivy League, per una realtà più distante. La linea si distinse per la sua capacità di democratizzare l'immagine aspirazionale di Ralph Lauren, posizionandosi nei grandi magazzini. Tuttavia, questa accessibilità rappresentò anche la sua ambiguità: se da un lato Chaps incarnava l’American Dream, dall’altro si allontanava dall'esclusività e dal prestigio che collezioni principali volevano rappresentare. In un primo momento Chaps è stata la miglior propaganda per diffondere il marchio e arrivare a tutti ma col tempo l’eccessiva diffusione nei negozi di fascia media e nei discount compromise il suo posizionamento originale, trasformando la firma Ralph Lauren in un marchio percepito come “entry-level” più che aspirazionale. Oggi, Chaps opera sotto licenza del gruppo OVED, offrendo abbigliamento casual e accessibile distribuito principalmente in grandi magazzini negli Stati Uniti, Canada e Messico.