
«Rimani fedele a te stesso», intervista a Xander Zhou Il designer cinese racconta la nascita della sua ultima collezione ANACHROTALE
Per anni, i fashion insiders europei hanno guardato alla Cina come un enorme mercato del lusso e un eccezionale polo produttivo per numerosi brand, ignorando quasi del tutto l’ecosistema di designer e brand che si trovavano lì dall'inizio. A Shanghai, ad esempio, c’è una fashion week dal 2001 ma è solo di recente che le sue sfilate sono apparse nel nostro feed di Instagram entrando nella fashion bubble europea. Ed è così che in Europa hanno iniziato a circolare i nomi di numerosi designer e brand – tra cui quello di Xander Zhou. Fondato nel 2007, il brand eponimo di Zhou è considerato oggi uno dei nomi di punta di un’intera generazione di designer, oltre che uno degli hot tickets della Shanghai Fashion Week. Celebre per il suo storytelling concettuale e fantasioso e per le sue silhouette sperimentali, il lavoro di Zhou è frutto di una formazione che mescola il design industriale alla moda. La sua ascesa come designer è stata plasmata non solo dal suo talento creativo ma anche dalla sua visione strategica delle dinamiche di mercato. Il suo lavoro iniziale di consulente che lo ha portato a stabilire connessioni tra brand cinesi e partner internazionali «è stato un percorso di apprendimento dove ho imparato a padroneggiare le basi del mestiere», ha detto quando abbiamo parlato con lui all’indomani del suo ultimo show SS25, intitolato ANACHRONOTALE. «Mi ha permesso di comprendere meglio l'intero settore, compreso il processo di collaborazione con i marchi cinesi. Ho anche imparato di più sul funzionamento della catena di approvvigionamento e del mercato nazionale, cosa che non si può imparare solo gestendo il proprio marchio». Tutto un know-how che è stato essenziale sia per lo sviluppo del proprio brand che per la messa a terra della propria visione: per poter sbrigliare la fantasia insomma serve una solida base di praticità. «Non importa quanto fantasioso sia il mio marchio, sono una persona a cui piace fare le cose in modo logico e basato sui fatti», ci ha detto.
Per Zhou, il design di moda va oltre la semplice creazione di capi; è una forma di narrazione. «Il nostro marchio non ha mai avuto una cosiddetta strategia. Abbiamo sempre insistito nel esprimere ciò che vogliamo esprimere», dice. «Il design di moda è in realtà un mezzo attraverso cui posso visualizzare rapidamente e direttamente un mondo come lo vedo io. Ogni stagione, mi collego prima al concetto che voglio esprimere e poi aggiungo gli abiti e i personaggi giusti per completare l'intera storia. Per me è più simile a un progetto artistico, a un film o a qualsiasi altro modo di esprimermi. Penso che questo sia ciò che risuona con il pubblico che ci apprezza». E queste narrazioni spesso si costruiscono l'una sull'altra, creando una rete di temi interconnessi. A volte, l'attenzione è rivolta a una visione macroscopica di un universo parallelo; altre volte, si concentra sull'evoluzione di un singolo personaggio. Questo mix di narrazione orizzontale e verticale fa sì che «gli stessi “abiti” che compaiono in ogni collezione non sono vincolati alle tendenze della moda». Nel caso di ANACHRONOTALE, che riprende elementi teatrali storici europei come il ballet de cour e la commedia dell’arte tutto era nuovo. «Questo è un tema che non ho mai utilizzato prima e mi piace decostruire i temi che non ho mai utilizzato a modo mio» ci ha detto. «Mi piace decostruire temi che non ho ancora utilizzato a modo mio. Voglio vedere come il mio modo di procedere può rimodellare un argomento con cui tutti hanno già una certa familiarità, per dissipare le percezioni radicate delle persone su questi concetti. Prima di iniziare a lavorare a questa collezione, pensavo di realizzare una versione fantascientifica di racconti per bambini come “Alice nel paese delle meraviglie”. Questa è rimasta l'idea di base».
La parte interessante, comunque, specialmente per lo spettatore occidentale, è che la collezione non dipende di fatto dai trend ma si sviluppa a partire da un'idea autonoma ed dunque dotata di una propria statura indipendente. «Stiamo esplorando diverse possibilità per ricombinare gli elementi. Renderli familiari ma nuovi», spiega. «È il surrealismo della realtà che vogliamo sempre esprimere nei nostri progetti». Un esempio notevole è il trattamento del motivo a rombi arlecchino, tradizionalmente associato ai personaggi comici della commedia dell’arte. Invertendo e riconfigurando le forme dei rombi, Zhou ha creato motivi geometrici, ha reimmaginato colletti e polsini astraendoli in forme geometriche moderne che mantengono un cenno giocoso alle loro radici storiche. «All'inizio, il mio punto di partenza era: come possono questi elementi 'ornamentali' perdere il loro senso di 'ornamentazione'? Dovevamo tradurli nel vocabolario di XANDER ZHOU». Al centro di ANACHRONOTALE, c’è un'esplorazione dell'equilibrio tra l'eleganza e il grottesco—un tema riflesso nelle silhouette drammatiche e nei dettagli intricati della collezione. Le punte delle poulaines, ad esempio, richiamano le calzature medievali europee con curve esagerate, simboleggiando sia status che assurdità. Zhou amplifica questo contrasto incorporando motivi di fantascienza, creando una collezione che oscilla tra riverenza storica e fantasia futuristica.