
L'empatia del vissuto secondo Golden Goose Il CEO Silvio Campara ci racconta la filosofia del brand veneziano
Quella di Golden Goose è una storia in divenire, un viaggio partito da Venezia nel 2000 che toccando mete lontanissime è arrivato fino ai parchi da skate californiani e ai grattacieli di Tokyo. Oggi questa storia vale ben 500 milioni di euro, e sebbene l’azienda veneziana sia guidata da un team di sognatori, come ci spiega il CEO dell’azienda Silvio Campara, ciò che le ha permesso di raggiungere un obiettivo così imponente è quanto più lontano dall’inafferrabile. A formare la trama tenace di Golden Goose, spiega Campara, sono tre grandi pilastri - «il prodotto, i luoghi, e le persone» - e un’ideale fondamentalmente «people-obsessed,» che permette al brand di stabilire un dialogo con i propri clienti, scendendo in campo al fianco del consumatore ed inserendosi tra il prodotto e questo come chiave d’accesso per la condivisione di un messaggio che spazia dall'idea di emozione a quella di artigianato e d’arte. E mentre per gli altri grandi nomi della fashion industry decidere di eliminare la parola «luxury» dal proprio vocabolario potrebbe sembrare una follia, per i sognatori come Campara e il suo team è l’unico modo per far sì che le emozioni rimangano un punto fermo per il brand e per chi continua ad affidarsi a Golden Goose. Come ci spiega il CEO stesso durante la nostra intervista, «Cosa c’è di più timeless di un sentimento?»
La stella come icona
Il brand si e’ sempre ispirato al mondo dello skate a cui e’ stato legato fin dagli esordi in modo organico. L'evento From Venice to Venice, nel 2021, ne ha riconfermato l’unione tramite l’indimenticabile performance del campione olimpico Cory Juneau e di un gruppo selezionato della skate community locale che si è esibito sulle acque della Laguna di Venezia. Nel 2022, il brand ha celebrato un nuovo capitolo del viaggio From Venice to Venice, in California. L'iconico Pink Motel è servito da palcoscenico all'esperienza immersiva alla scoperta dell'universo Golden Goose. Un luogo che incarna l'iconografia americana e che ha fatto da ponte tra il brand e le comunità locali di Los Angeles. La leggendaria piscina del Pink Motel è stata trasformata in una skate bowl che ha ospitato la performance di Cory Juneau e di una selezione di atleti del panorama skate di Los Angeles. «Golden ha sempre mantenuto lo skate come la naturale destinazione e ispirazione per la sua community, perché Golden è esattamente la stessa cosa,» spiega Campara. Con la stessa voglia di imparare e di migliorarsi di uno skater che sta per sfidare un suo amico, Golden Goose si confronta con i grandi della fashion industry, con i propri clienti e con chi vorrebbe entrare a far parte del suo mondo non per competizione, ma per ispirazione. Ed è questa la metafora che racchiude al meglio la filosofia di un brand che, nato a Venezia poco più di vent’anni fa, ha saputo lasciarsi guidare dalle persone che hanno creduto in lui senza sgomitare, ma accogliendo a braccia aperte chiunque negli anni abbia notato in Golden Goose quella luce che lo rende a tutti gli effetti un brand aspirational. «Vogliamo semplicemente dare voce ai sentimenti delle persone,» conclude Campara, «in una società dove senti solamente la pressione del giudizio, riuscire a dare uno strumento per rilasciare positività e amore io lo trovo un messaggio bellissimo.»