
Quarant'anni di Swatch Come un orologio e il suo creatore sono riusciti a ribaltare le sorti dell'orologeria svizzera
Quarant’anni fa, nel marzo del 1983, venne presentato il primo modello di Swatch, ed ebbe un tale successo che da solo riuscì a far risollevare l’industria svizzera degli orologi, che all’epoca stava lentamente fallendo a causa della concorrenza degli altri Paesi. Fino al secondo dopoguerra la Svizzera fu la principale produttrice di orologi al mondo, ma il suo monopolio venne prima messo in discussione dal lancio degli orologi americani, poi – negli anni Settanta – da quelli prodotti in Giappone, al quarzo (molto precisi e più economici). L’industria svizzera degli orologi, caratterizzata da lavorazioni lente e prodotti di lusso molto costosi, aveva erroneamente considerato gli orologi al quarzo una moda passeggera, ma a causa della concorrenza giapponese in pochi anni perse due terzi dei suoi addetti e la gran parte della propria quota di mercato. Le cose cambiarono grazie a Nicolas Hayek, un consulente aziendale di Zurigo considerato l’uomo che salvò l’industria svizzera degli orologi.
Una delle iniziative più note dell’azienda fu la Swatch Art Special, un programma avviato nel 1985 grazie al quale alcuni degli artisti e designer più noti potevano creare i propri modelli o collezioni di Swatch in edizione limitata. Parteciparono tra gli altri artisti e stilisti come Damien Hirst, Keith Haring e Vivienne Westwood. Oggi i negozi monomarca di Swatch Group sono più di 3mila in tutto il mondo, e l’azienda, oltre che produrre i suoi celebri orologi – di tantissimi tipi –, controlla una quindicina di marchi, alcuni molto diffusi e altri di lusso, come Longines, Tissot, Breguet e Harry Winston. Ma il successo di Swatch continua a non fermarsi: secondo i dati diffusi dalla società, nel 2022 le sue vendite sono state superiori del 25% rispetto a quelle dell’anno precedente.