
A caccia di talenti all'International Talent Support Tra un cocktail con Demna e un fashion show
Quando si pensa alla moda in Italia, Trieste non è certo il primo posto che mi viene in mente. Città di frontiera, potremmo dire con un piede da una parte e uno dall’altra, il capoluogo del Friuli-Venezia Giulia accoglie da vent’anni i migliori talenti della moda provenienti da tutto il mondo, la culla della moda di domani che ha visto passare - solo per citarne alcuni - nomi come Matthieu Blazy, Chopova Lowena e Demna. Dopo una battuta d’arresto dovuta alla pandemia, l’ITS, International Talent Support, è tornato nella sua forma fisica con “The Ark of Creativity”, ventesima edizione del progetto nato dall’ambizione e dalla voglia di della fondatrice Barbara Franchin. «Mi si devono rizzare i peli» mi dice quando le chiedo cosa cerca in un designer emergente. «Se succede significa che c’è qualcosa. Un concetto difficile da esprimere a parole. Il lavoro dietro la collezione, le forme che ha tirato fuori, le tecniche di lavorazione o i materiali nuovi e mai visti prima.» Una pluralità che traspare anche dai premi assegnati, capaci in un certo senso di soddisfare qualsiasi idea di moda, da quella più pratica espressa da Charlie Constantinou, vincitore dell’ITS Arcademy Award con il suo gorpcore tie-dye ispirato alle tribù del Canada e dell’Alaska, a quella orientata alla sostenibilità di Mata Durikovic, designer slovacca vincitrice dell’ITS Media Award con la sua “crystal leather bioplastic”, un materiale edibile creato dalla designer stessa nella sua cucina.
Se tutto questo non bastasse, l’ITS è anche quel posto in cui può capitare di passare mezz’ora a parlare con Demna, tornato dopo la vittoria del 2004 come membro della giuria, del suo prossimo show di Parigi - ovviamente quello che mi ha detto rimane top-secret - bevendo un gin-tonic e mangiando un panino al salame. A preservare questa magia unica c’è poi il Museum of Art in Fashion, uno spazio che unisce l’archivio, lo spazio espositivo e l’accademia e che raccoglie vent’anni di ITS Contest, esponendo i lavori dei designer passati da Trieste. Se per l’apertura ufficiale bisognerà aspettare la primavera del 2023, noi fortunati abbiamo avuto la possibilità di visitarlo in anteprima, ammirando il portfolio presentato da Matthieu Blazy nel 2006 o “Fully dressed without a smile”, parte della collezione di Demna del 2004. È proprio guardando le creazioni custodite nel museo che ci si rende davvero conto del lavoro svolto dall’ITS nel corso degli anni, qualcosa che va oltre il semplice scouting avvicinandosi, in molti casi, a qualcosa di sovrannaturale come la preveggenza.