
L'autentica Napoli di Betti Pedrazzi La baronessa di "É Stata la Mano di Dio" raccontata dagli scatti di Eleonora D'Angelo
L’appuntamento è a Napoli, davanti al teatro Mercadante, il secondo giorno di tournée dello spettacolo Tartufo. Elisabetta Pedrazzi, per tutti Betti, nel pomeriggio aveva ribadito al telefono: «Ma come faccio a riconoscervi? Non vi ho mai visto!» – «Non si preoccupi, saremo noi a riconoscerla.» Betti è quell’attrice che nell’ultimo film di Sorrentino, in quella cucina gialla piastrellata della famiglia Schisa, dichiara una verità nuda e cruda, cui purtroppo non fatichiamo a credere: «L’umanità è orrenda, te l’hanno detto?». E nella sua schiettezza si presenta così anche nella realtà, senza alcun tipo di fronzolo. «Lo sapete vero che se mi chiedete di stare in posa, inizieranno ad uscirmi delle facce terribili? Io non sono capace, non so se lo sapete... ». Ci parla così, direttissima, con le sue mani gesticolanti e affusolate, sempre incollate a una sigaretta, che questa sia un drum, una Iqos o una Camel strappata a qualcuno. Sul tavolino appoggia il suo portasigarette in argento, uno charme che ci eravamo dimenticati da parecchio tempo: «Era di mio padre, ci sono tanto affezionata».
Ci sediamo per due chiacchiere, al Caffè Toraldo, per scioglierci un po’ e tra le prime domande, ci chiede: «Ma perché avete scelto proprio me?». Le iniziamo a spiegare chi siamo, la nostra realtà napoletana, e di come non serva una modella professionista per fare un editoriale di moda. Quello che cerchiamo è l’italianità e partire dalle origini di un posto che è casa e che nasce con la gente, tra la gente. Betti ci racconta così della sua Napoli d’adozione, di cui si fida ciecamente: «Napoli è forse l’unica città che ancora mantiene qualcosa di autentico. È vera, non si è modificata con il tempo in mezzo a tutta questa finzione». Difficile non aver visto l’ultimo film di Sorrentino È stata la mano di Dio, vincitore di 8 David, e non ricordarsi di quella scena cult tra la Baronessa Focale e il giovanissimo Fabietto. Parliamo di qualche minuto, intensissimo, dove lo spettatore non sembra pronto a vedere quello che sta per succedere. E forse nessuno sarebbe riuscito ad interpretare quel momento con così tanta naturalezza: «Tra le righe del testo neanche avevo compreso l’atto fisico in sé, infatti si vede poco o nulla. Ma avevo capito il senso di tutto, sapevo che per Fabietto (Filippo Scotti) sarei stata un semplice principio, ciò che gli serviva per vedere un futuro».
Ad un certo punto, come in una di quelle scene mute che non hanno bisogno di nessun contorno recitato, Spotify sceglie per noi Mi sei scoppiato dentro il cuore e Betti si emoziona, dietro la lente ferma di Eleonora. Per un attimo un’eclisse di emozioni copre quei click, lasciandoci tutti in ascolto, davanti al volto intenso di Betti che non teme i nostri occhi addosso perché il ricordo di una persona importante le sta parlando. Cambiamo canzone e riprendiamo il ritmo, come un cambio di scena, di abito, di personaggio. Si riapre un sipario. Il fumo di sigaretta si fa sempre più intenso, come un’anima che si trascina e che le fa compagnia. Non può separarsene, tanto che fuma anche sul palco a teatro, raccontandoci di quella volta divertente in cui quella sigaretta maledetta non si degnava di accendersi. Ci spostiamo poi in Piazza Plebiscito, tra la folla curiosa che la riconosce e ci chiede se-lei-è-quella-attrice-che e la vestiamo in denim con mules gommate Y/Project, mentre ci cammina tra i colonnati, divertita e completamente a suo agio, forse perché noi, involontariamente, ancora una volta, altro non siamo che il suo pubblico. Così Elisabetta Pedrazzi, per tutti Betti, per i social ormai @bettipedrazzi, è una donna senza filtri, che a sessanta-e-non-ci-importa-quanti si è messa in gioco per noi, nei panni di qualcuno, di chi nello specifico non ha voluto dircelo, per dimostrare che, forse, quella umanità orrenda sa regalarci, a volte, delle sorprese.
MI SEI SCOPPIATA DENTRO IL CUORE
Credits:
Art Director: Vincenzo Schioppa
Photographer: Eleonora D'Angelo
Photographer Assistant: Danilo Cautero
Stylist: Ramona Tabita
Stylist Assistant: Giovanni Tritto, Lisa Mastrapasqua
MUA: Cinzia Trifiletti
Editorial Coordinators: Elisa Ambrosetti, Edoardo Lasala