
Che significato hanno le maschere per Kanye West? "Mask on my face, you can't see what I'm finna do"
Nel corso della sua carriera Kanye West ha spesso usato l'accessorio come un mezzo di comunicazione per arricchire la sua performance artistica e personale, raccontando fasi della sua carriera e della sua emotività nascondendo il volto in quella che è spesso sembrata una ricerca delle normalità nella vita di una superstar mondiale. Non solo le Margiela Mask dello Yeezus Tour nel 2014, dal lancio di Donda ai mesi successivi West non ha mai smesso di coprirsi il volto, creando in alcuni casi quella che è sembrata un pezzo di performance art orchestrata a quattro mani da Kanye insieme a Demna Gvasalia, che ha visto la sua evoluzione prima negli eventi che hanno anticipato l'uscita del disco e poi in altri eventi pubblici, dal Met Gala fino all'ultima sfilata di Balenciaga, in cui la pop culture ha conosciuto il suo picco massimo nell'annullamento della celebrità, facendoci chiedere semplicemente "perché?".
Il cambio di nome, ormai ufficializzato, da Kanye West a Ye potrebbe avere un peso specifico nella vicenda, ricollegandosi a un vecchio tweet in cui il rapper si chiedeva: "Who or what is Kanye West with no ego? Just Ye". L'annullamento della personalità sembra essere il punto centrale in un'operazione il cui scopo finale potrebbe essere quello di azzerare il proprio ego e la propria fama diventando quasi un personaggio senza connotati. Un'operazione che cozza però con il peso della notorietà di Kanye, seguito 24/7 da fan e paparazzi e per questo con una vita continuamente controllata, una gabbia dorata da cui è impossibile sfuggire se non con un trucco di magia. Se in Off the Grid Kanye dice "Mask on my face, you can't see what I'm finna do", la comparsa di sosia in giro per il mondo, persone con look total black accompagnate da finti bodyguard come nel caso di Varsavia, ci potrebbe dare la risposta finale alla domanda "che significato hanno le maschere per Kanye West?". Un modo per nascondersi, per scappare dal proprio ego, ma soprattutto un'illusione collettiva con cui prenderci ancora una volta in giro.