
Quando il mondo si è accorto delle sneaker: la storia delle Nike Dunk “NYC Pigeon” La scarpa disegnata da Jeff Staple che ha cambiato per sempre il modo di intendere lo sneaker game
Qualche mese fa avevano fatto scalpore i video girati fuori dal Nike Lab di Milano, in cui alcuni ragazzi si arrampicavano letteralmente sui muri per riuscire ad accaparrarsi un paio di Nike Air Max 90 x Off-White. I servizi in TV avevano scandalizzato nei giorni successivi e smosso una parte dell'opinione pubblica inconsapevole che i camp out e le corse, spesso violente, al prodotto esclusivo, sono un'abitudine che per quanto riguarda le sneaker trova un preciso atto fondativo: il drop delle Nike Dunk SB Low Staple “NYC Pigeon”. Anche la generazione più abituata alle release uniche, alle collaborazioni limitate e ai marketplace di reselling, sembra non conoscere quello che successe a Manhattan fuori dal Reed Space di Jeff Staple, le risse, i machete trovati lungo le strade e la polizia che non sapeva più come contenere la folla di sneakerhead.
È sbagliato pensare che sia stato proprio Jeff Staple con le sue Nike Pigeon ad elevare le sneaker ad oggetto di culto. Ciò che è successo nel febbraio del 2005, però, è senza dubbio un turning point che ha trasformato la passione per le sneaker e il collezionismo da feticismo nerd a fenomeno mainstream, assorbito anche fuori dalla cerchia ristretta dei fan. La Pigeon ha il merito di aver creato un fermento che ha dato vita al fenomeno dei camp out e della corsa alla limited edition, la definizione di Hype ancor prima che questa parola avesse un senso così chiaro. Riordiniamo gli eventi, chi è Jeff Staple? Com’è riuscita una sneaker con il ricamo di un animale così fastidioso e universalmente odiato ad essere l’origine del resell game?
Machete coltelli e bulli di quartiere
Il design creato dal Reed Space voleva unire in un unico item il mondo dello skateboard e l’anima di New York City. Dopo una fase di incertezza iniziale, Jeff e il suo team decisero che niente come i piccioni rappresentasse al meglio la Grande Mela, una fotografia della quotidianità che non colleghi alla città se effettivamente non ci vivi.
Per la colorway vennero ripresi i colori dell’animale, tre grigi differenti, zone nere e bianche (lo Swoosh), suola arancione come le zampe e tomaia in nabuck, a ricreare la morbidezza delle piume.
La scarpa fu l’ultima rilasciata della super serie limitata “City Pack”, furono realizzate solamente 150 paia, 30 per ciascuno dei 5 negozi di NYC nei quali era possibile acquistarle (Rival, Supreme, Recon, KCDC e Reed Space). Solamente nel negozio di Jeff a Manhattan le sneaker erano numerate, in nero sulla parte interna, ciò rendeva ancora più esclusivo il modello e generò quello che poi accadde i giorni seguenti.
Staple si accorse che stava per succedere qualcosa di grande uscendo dal lavoro, la sera prima del drop, quando al 151 di Orchard Street erano già accampati in una dozzina.
Il giorno seguente all'appello erano in 150, con la polizia e un buttafuori di 140 chili a cercare di contenere la folla, pronta a comprare la Nike Dunk SB a un prezzo di retail di 300$ e contenute nel box rosa, quello utilizzato da Nike dal 2004 al 2006.
La NYPD arrestò una ventina di persone, tra i quali i teppisti del Lower East Side, appostati agli angoli delle strade pronti a rapinare i fortunati che erano riusciti ad ottenere le Pigeon, fatti uscire preventivamente dal retro del negozio e scortati dalla polizia verso taxi e mezzi pubblici.
Il momento che scolpisce la notorietà delle Dunk portandole verso un riconoscimento mainstream è però il 23 febbraio 2005, il giorno seguente al drop. Il New York Post titolò in prima pagina “Sneaker frenzy”, riconoscendo al fenomeno generato dalle Pigeon una forza e una rilevanza mai attribuita a nessuna sneaker. A pagina 7 del quotidiano Rachel Sklar e Leonard Greene riportarono un approfondimento sulla questione, insieme alle prime dichiarazioni di Nico Reyes, store manager di Reed, insieme a uno schema in cui era indicato come su Ebay le Pigeon avessero già raggiunto una quotazione superiore ai 1000$. La vicenda scosse Nike, soprattutto perché fuori dal negozio furono trovati coltelli, machete e mazze da baseball. Alcuni pensarono che tutto era stato orchestrato fin dal principio da Jeff, una tesi riportata nei giorni successivi sempre dal New York Post.
A 14 anni di distanza il progetto di Jeff Staple è riconosciuto come la genesi di un percorso che ha portato gli sneakerhead in prima TV e alla diffusione di un vocabolario fino ad ora sconosciuto, del quale fanno parte termini come "sneaker" e "resell".