Fashion Revolution: Demna Gvasalia Un'analisi dell'estetica che lo ha trasformato in uno dei nomi più seguiti della scena contemporanea

Demna Gvasalia.

Nato in Georgia e trapiantato in Belgio prima di lavorare per Martin Margiela e Louis Vuitton ha studiato presso la Royal Academy of Fine Arts. Con l’aiuto del fratello Guram, suo fedele amministratore delegato, è diventato una figura chiave della moda contemporanea. 

Cinico capitalista, rivoluzionario, visionario, le opinioni su questo talento sono diverse e spesso contrastanti, ma l’hype attorno a lui e ai suoi marchi Vetements e, da poco, Balenciaga è gigantesca. In pochi anni ha cambiato il modo di concepire la moda e il bello che, nel suo caso, spesso coincide col brutto.

Come? Con un’estetica che affonda le radici nella sua infanzia vissuta nel periodo post-sovietico ma anche nell’underground francese e berlinese, nella cultura skater, nel punk e persino nel lavoro di Margiela, in una certa mise-en-scene di ruoli e uniformi sociali.

L'idea è semplice: fare abiti che vendano e che vengano indossati.

Perchè la moda di Gvasalia è pratica e si basa sul prodotto, un capo speciale, non vincolato da stagionalità, che possa entrare nel guardaroba della gente e possa essere facilmente mixato con il resto. Così sono nati pezzi poi diventati cult come la DHL tee, il trench nero con la scritta "Vetements", pantashoes spandex, le maxi felpe e molti altri che hanno conquistato schiere di fashionista e star da Rihanna a Kanye West.

Il segreto del successo? Mood underground, attenzione per i dettagli, gioco con le proporzioni e collezioni ruvide, indipendenti da trends. Demna studia, dissecca e ridefinisce l’essenza della moda creando abiti destinati ad essere indossati. Ricrea i capi, i volumi nelle forme oversize e reinventa l’aspetto materico con tessuti e texture inaspettati. Il suo è un mix e match anarchico di streetstyle e sartoriale, che gioca con giacche dalle spalle esagerate e pezzi oversize, maniche allungate, sagome decostruite, sferzate punk, memorabilia '90s e feticci street.

 

REVOLUTION

 

Irriverente, rivoluzionario, attento osservatore del contemporaneo, l’uomo venuto dall’Est spazza via la contrapposizione tra maschile e femminile. Abbracciando una moda senza sesso, di genere fluido, che ritiene essere lo specchio della realtà che stiamo vivendo. In passerella si alternano uomo e donna, ma la distanza tra i due i è quasi impercettibile: hanno gli stessi tagli di capelli, portano gli stessi abiti. Nessun modello, nessun corpo perfetto, lui lavora con gli amici, con persone selezionate nei club, tramite i social media, nella sua crew.

Demna Gvasalia non è solo uno, è sì un designer ma anche parte di un collettivo, è una persona che vive, lavora e si nutre degli input di una coorte di amici e conoscenti che lo consigliano, lo ispirano. Non solo il fratello Guram, che cura l’aspetto finanziario e pratico, ma anche, e soprattutto, la stylist Lotta Volkova che il Guardian definisce "Cervello, musa, collaboratrice e modella". Il contributo di questa donna nel plasmare e portare al successo tutto il post-soviet style è fondamentale.

Ecco alcuni degli aspetti che hanno reso Gvasalia lo stilista del momento.

#1 Ugliness as a form of Inspiration

Vetements SS17
Vetements SS17
Balenciaga SS17
Balenciaga SS17
Balenciaga SS17
Balenciaga SS17
Vetements FW17
Vetements FW17
Vetements Summercamp
Vetements Summercamp
Vetements Summercamp
Vetements Summercamp
Vetements Summercamp
Vetements Summercamp
Vetements FW16
Vetements FW16
Vetements SS16
Vetements SS16
Balenciaga FW16
Balenciaga FW16
Vetements FW17
Vetements FW17
Vetements FW17
Vetements FW17
Vetements FW17
Vetements FW17
Vetements FW15
Vetements FW15
Vetements FW15
Vetements FW15

“Se ami un capo lo ami e basta, a prescindere dalla stagione a cui appartiene. L’approccio che abbiamo scelto non è l’approccio classico di ‘Questa stagione faremo farfalle’ o ‘Questa stagione è degli anni ’70’,  se vogliamo una maglietta bianca oversize più aderente all’interno di una collezione, dovremmo farlo solo perché quella ragazza, vuole indossare quella maglietta con quei jeans. È un guardaroba alla fine.

Quando ci vestiamo, non indossiamo un look totale; noi indossiamo pezzi”.

Concepire gli abiti come singole entità: una bella giacca, un bel paio di pantaloni. È la geniale, quanto banale, intuizione che ha contribuito al successo di Mr Gvasalia. 

 

all images via Vogue
Cover Image Pierre-Ange Carlotti