
Le lacrime di Napoli per Diego Armando Maradona Fotoreportage del lutto di una città
"La Napoli che piange" intitola uno dei tanti manifesti funebri in giro per tutta la città. Napoli piange uno dei suoi figli, uno di quelli che ha amato più di tutti per l'emozione che ha creato dal primo all'ultimo giorno della sua vita in azzurro. Raccontare il dolore non è mai semplice, ma gli scatti giusti spesso arrivano laddove le parole non arrivano. Negli ultimi tre giorni sono tanti i punti di raccolta dove i tifosi del Napoli si sono incontrati per celebrare il Pibe de Oro, l'uomo che ha contribuito a rendere Napoli una capitale culturale e sportiva. Dal Maschio Angioino ai Quartieri Spagnoli, fino al pellegrinaggio verso quello che tra non molto diventerà ufficialmente lo Stadio Diego Armando Maradona.
Gianluca Monti, una delle penne partenopee più autorevoli, ha definito Diego "il napoletano più importante degli ultimi 100 anni" ed è la verità. La cultura di un'intera città deve tanto ad uno dei suoi eroi principali, uno di quelli che - al pari di Pino Daniele, Massimo Troisi e Totò - è stato e sarà sempre il volto del popolo napoletano.
Nel libro "Dio ci ha creato gratis. Il vangelo secondo i bambini di Arzano", Marcello d'Orta raccoglie temi di argomento religioso svolti da ragazzi delle scuole elementari. È singolare vedere che tra i temi c'è anche Maradona, da alcuni bambini considerato come una divinità. Uno dei commenti - riportati anche sul retro della copertina - recita: "Se Maradona non si drogava e non diceva figli di puttana ai Mondiali, se non metteva le corna alla moglie e si allenava tutti i giorni, poteva diventare santo". Nonostante gli errori dell'uomo, nonostante tutti conoscano i lati oscuri del miglior giocatore di tutti i tempi, da bravi amici, genitori e compagni di avventure, i napoletani perdonano tutto a Diego, il nuovo santo protettore di Napoli e del suo popolo.