
Cosa pensano i membri della Gen Z di “Euphoria”? Secondo molti di loro la serie è abbastanza accurata
Euphoria è tornato con un’attesissima seconda stagione e, con la serie, si è riaccesa la discussione sul realismo dei temi che vengono esplorati attraverso i suoi episodi. Anche se la storia narrata è di finzione, infatti, il crudo ritratto che Euphoria fa della Gen Z (quella nata tra il 1997 e il 2012) e delle realtà affrontate dai suoi membri ha fatto domandare a molti quanto il racconto dello show di Sam Levinson fosse accurato e realistico – e quanto trovi un riflesso nella vita quotidiana degli adolescenti di tutto il mondo. Ogni episodio lascia sempre spiazzati: sia che si tratti del complicato rapporto con droghe e psicofarmaci della protagonista Rue, interpretata da Zendaya, che consuma ogni tipo di sostanza diverso per mettere a tacere la sua ansia, sia che si tratti della dipendenza da pornografia della Gen Z che si manifesta quando un ragazzo prova a strangolare la sua partner perché pensava che le piacesse.
A prescindere dalla sua veridicità o meno, vari elementi di Euphoria rispecchiano la realtà vissuta dai membri della Gen Z. Per la seconda digital cover di nss magazine abbiamo esplorato The Dark Side of Gen Z, scoprendo che in realtà i suoi membri consumavano meno alcol e droghe rispetto al passato, ma che il loro tasso di suicidi, ansia e depressione era aumentato del 56%. Altri studi suggeriscono che si tratti della dipendenza da social media a renderci tutti più mentalmente ed emotivamente vulnerabili. Per questo, invece che concentrarci su studi e statistiche, abbiamo deciso di parlare direttamente con alcuni membri della Gen Z per farci raccontare le loro esperienze adolescenziali e il loro rapporto con le droghe, con il sesso, con il gender e con le realtà di chi è nato nell’era digitale per capire se la storia raccontata in Euphoria è esagerata o semplicemente onesta.
Dario, 24 anni – Mentana, Italia
Guardare Euphoria è un po’ come vedere dove sta andando la società. Ogni luce, colore o suono mi sembrava una versione amplificata di ciò che sperimento nella mia vita – e tutte fatte in una maniera così innovativa che mi sentivo lanciato nel futuro. Non credo che la storia della serie sia del tutto accurata alla mia esperienza perché in Italia abbiamo una cultura diversa, specialmente su quello che riguarda i party e l’indipendenza in giovane età. Però una cosa accurata è la maniera in cui il discorso sulla sessualità è diventato meno chiuso paragonandolo, per esempio, ai tempi del mio coming out.
Voto: 6/10
Tre parole per descrivere la mia esperienza al liceo: progresso, ansia sociale, opportunità
Andrè, 18 anni – Kent, Regno Unito
Euphoria è una serie incredibile. La storia non è una ripetizione dei soliti cliché ma ti porta a vedere i difetti dei personaggi e cosa li rende umani. La mia adolescenza è stata molto più protetta di alcune persone che conosco, ma penso che lo show faccia un ottimo lavoro nel descrivere il rapporto che la nostra generazione ha con il sesso, la droga e i drammi adolescenziali. Penso che alcuni show tendano a indorare la pillola, ma Euphoria descrive tutto perfettamente. Lo show non mostra superficialmente il sesso e la droga ma entra nei dettagli sulle loro conseguenze – una cosa che viene trascurata spesso nello spettacolo e nella realtà.
Voto: 8/10
Tre parole per descrivere la mia esperienza al liceo: caotico, pauroso, indimenticabile
Alexander, 22 anni – San Francisco, USA
Con la seconda stagione di Euphoria, lo show è diventato più stressante e ansiogeno di quanto ricordassi. La serie fa un ottimo lavoro nel rappresentare la vita degli adolescenti e degli universitari in America oggi. La maniera in cui descrive il sesso, le relazioni e le difficoltà che si affrontano durante quell’età è davvero onesta. Questo è particolarmente vero per i giovani queer che possono davvero entrare in empatia profonda con Jules e la sua lotta come donna trans.
Voto: 8/10
Tre parole per descrivere la mia esperienza al liceo: ansia, trauma, evoluzione
Liv, 22 anni – Parigi, Francia
Quando ho iniziato a guardare Euphoria mi aspettavo qualcos'altro per essere completamente onesto, pensavo che sarebbe stato un altro programma televisivo per adolescenti da guardare per ridere ma era totalmente diverso. Guardando lo show ho avuto questa strana sensazione nello stomaco simile all'angoscia e alla disperazione perché potrei non aver sperimentato tutto ciò che mostrava, ma è stato ritratto in un modo così unico e reale che ho sentito che i personaggi erano miei amici, quindi mi sentivo per loro. Le parti di alcol, dramma e relazioni sono state mostrate in modo molto realistico, in particolare il lato tossico dell'amore.
Voto: 8/10
Tre parole per descrivere la mia esperienza al liceo: estremo, strano, fugace
Limaraina, 22 anni – Milano, Italia
Guardare Euphoria mi ha fatto sentire compresa ma desiderosa di provare esperienze da teenager distanti dalla mia ma simili nei loro problemi. Direi che la mia adolescenza ha avuto tre fasi: la prima, dove ero innocente ma ribelle e spensierata; la seconda, in cui mi sentivo costantemente incompresa, giudicata e sottovalutata con la ribellione che rimaneva una costante; e la terza in cui ho provato libertà, indipendenza e ho scoperto me stessa. La prima e la seconda fase si sono svolte quando vivevo a Mumbai e la terza fase è stata quando mi sono trasferita a Milano. Durante la seconda fase della mia adolescenza mi sentivo sempre più emarginata e stavo vivendo problemi anche nella mia famiglia. Uscivo a malapena di casa, ho avuto seri problemi di salute mentale e non riuscivo nemmeno ad andare a scuola - ero un disastro. Il dolore di Rue nella serie mi ha fatto ricordare di quella fase. Penso anche che Euphoria ritragga con successo la dinamica tra adolescenti e cyber sesso. Avendo dei genitori iperprotettivi, i social media sono stati fondamentali per incontrare persone nuove da adolescente. I social media, la natura istintiva e fugace delle attrazioni adolescenziali e l'autostima fluttuante sono sempre una ricetta perfetta.
Voto: 6/10
Tre parole per descrivere la mia esperienza al liceo: ignoranza, ribellione, scoperta di sè