
Fin dove può arrivare la moda in Grand Theft Auto Dopo Fortnite, il metafashion potrebbe arrivare anche nella saga Rockstar?
A distanza di quasi vent'anni, Grand Theft Auto III, Vice City e San Andreas faranno il loro ritorno in grande stile con una versione rimasterizzata in HD che dovrebbe arrivare il prossimo anno sulla maggior parte delle console di nuove generazione. L'occasione, oltre che rappresentare un ottimo modo per riscoprire tre titoli classici, è anche quella giusta per pensare al futuro di una delle saghe videoludiche più redditizie di sempre (il quinto capitolo ha fruttato ben 6.4 miliardi di dollari alle casse di Rockstar) in un mondo ben diverso da quello in cui fece il suo esordio GTA III e diventato sempre più interconnesso, capace di unire mondi e realtà che fino a qualche anno fa sembravano lontane anni luce.
Se Fornite, un battle royale senza alcuna attinenza con il mondo reale, ha potuto contare su collabo in esclusiva, concerti virtuali e anteprime di film (in pochi ricordano l'evento per il lancio di Tenet), nulla vieta di pensare a Grand Theft Auto come un possibile punto di inizio di un vero universo virtuale. "La moda ha un significato finché crea un impatto con le realtà. La realtà virtuale è una nuova ed eccitante modalità di questo dialogo", aveva dichiarato Misbhv presentando la sua partnership con GTA parlando quindi di quella connessione tra realtà, reale e virtuale, che nella storia del gioco ha già portato alle collabo con Karl Lagerfeld e Frank Ocean, e che recentemente ha visto Rockstar Games fondare una label discografica con Circoloco. Se il trend del metafashion prenderà davvero piede allora non sarà una sorpresa vedere una sua vera e definitiva esplosione all'interno delle città virtuali di Grand Theft Auto.