
Che cosa significa davvero “Lorem Ipsum”? Un equivoco durato ottant’anni
A tutti è capitato, a un certo punto, di trovarsi di fronte alla scritta Lorem Ipsum utilizzata come testo riempitivo in moltissimi mock-up di graphic design ma anche nella finestra Word Help di Microsoft Office e, a volte, anche sui giornali, come è accaduto lo scorso marzo nel quotidiano svizzero 20 Minutes ma anche nel 2009 sulle pagine de Il Fatto Quotidiano quando un addetto alla stampa non meglio identificato dimenticò di sostituire il testo di prova del menabò del giornale con l’effettivo testo dell’articolo. E il Lorem Ipsum è precisamente questo, un testo di prova, un segnaposto, che i grafici usano quando si deve dare un’idea del lettering e della formattazione di un testo senza che l’effettivo testo si trovi lì. Il Lorem Ipsum non è mai da solo, anzi, è spesso seguito da intere frasi in latino o pseudo-latino, in cui una serie di parole senza nesso logico si ripetono a un ritmo che mima la sintassi della lingua inglese e dunque serve a dare un’idea più precisa dell’aspetto finale del testo.
A questo punto però bisogna capire come si sia passati dalla frase di Cicerone alla stringa di testo semi-insensato che oggi è nota come Lorem Ipsum. La soluzione è però più banale di quanto non sembri: chiunque abbia in origine prelevato il testo dall’opera latina ha probabilmente usato l’edizione del 1914 della Loeb Classical Library, una collana inglese di opere classiche abbastanza famosa nella sua epoca , in cui, a pagina 34, l’inizio della frase si spezza così «Neque porro quisquam est qui do-» e riprende a pagina 36 da dove si era interrotto e dunque con «-lorem ipsum…». Nella gallery in alto troverete sia l'esempio del mock-up di Latraset degli anni '60 sia la pagina 36 dell'edizione di Cicerone con il testo tagliato. L’unico mistero rimane però da dove Letraset abbia recuperato la versione modificata e insensata del testo, che secondo McClintock risale addirittura al ‘500 ma di cui non sono sopravvissute prove alcune.