
Piegare lo spazio e il tempo, intervista a Daniel Arsham Abbiamo parlato con il designer in occasione della presentazione della sua collaborazione con IKEA
“Un elemento che è presente nella danza e non è presente in un museo o in una galleria è il controllo sul tempo”
Che si osservi un Pikachu realizzato in pietra vulcanica o una Porsche a dimensione naturale, in tutta la produzione di Daniel Arsham il tempo - nelle sue svariate forme e declinazioni - è il protagonista. Non è un caso che Arsham abbia realizzato un moving clock - un orologio che si trascina dietro una parete, per la collaborazione insieme per l’Art Event 2021 di IKEA al quale ha partecipato insieme ad altri 4 artisti e designer. Quello che rende speciale Arsham è proprio questo: la capacità esplorare concetti complessi attraverso la cultura mainstream, spaziando da una collaborazione con Dior fino ad IKEA, passando per Pokémon e KITH.
Sei anche il direttore creativo di una squadra NBA. È una mossa importante che conferma come anche il settore sportivo stia portando avanti un approccio più intersettoriale. Puoi dirci qualcosa di più sul lavoro con i Cleveland Cavs?
Sono onorato di avere una posizione davvero unica, perché il titolo di direttore creativo non esisteva prima della mia nomina. Il mio desiderio era di fondere il basket, un aspetto importante della cultura americana, con l'arte, il design e la moda. Ma soprattutto quello che mi chiedevo per i Cavs era: come posso parlare a un pubblico che non segue necessariamente il basket, ma anche come posso trasformare la squadra, il logo e il prodotto che produciamo in oggetti culturali? Può capitarti di stare in Giappone e vedere un ragazzo che cammina con una maglia dei Lakers. Magari non ha idea di chi giochi attualmente nella squadra e di come stia andando in quella stagione, ma indossa quellla maglia per quello che rappresenta per lui. Questa è una prospettiva davvero interessante.
Sono sempre stato affascinato dall'idea di vivere in un mondo complesso, al punto che gli umani hanno rinunciato a cercare di dargli un senso. Arte e design dovrebbero giocare un ruolo in questo: qual è il ruolo dell'artista rispetto alla realtà e come cambierà?
Sono d'accordo con questo idea: la natura umana e il mondo in cui viviamo sono impossibili da capire con un approccio razionale. Una funzione dell'artista è certamente quella di interpretare la realtà, ma un'altro obiettivo raggiunto dagli artisti è quello di aver creato un sistema linguistico che funzioni al di fuori dei vincoli del linguaggio. Quindi un'opera d'arte potrebbe essere compresa in qualsiasi lingua senza la necessità di imparare quella lingua. Per me il lavoro dell'artista è quello di creare un linguaggio diverso in grado di farci percepire meglio ciò che sta accadendo nel mondo.