Il nuovo ruolo di Milano nel mondo post-Covid Più che una ripartenza, il 2021 deve segnare un cambio di narrativa

Il 2020 è stato l’anno della Milano «sospesa» - l’anno in cui tutto ciò che la città era, in cui tutto ciò in cui la sua vita collettiva e il suo ruolo internazionale si manifestavano è stato messo in un on hold indefinito. Cambiamento improvviso e drammatico, specialmente perché piombato dall’alto in un momento in cui la progettualità e l’espansione della metropoli erano al loro culmine. Ma qui si pone il problema di trovare una nuova strada o, per meglio dire, una nuova narrativa che, allontanandosi dal positivismo oltranzista di #MilanoNonSiFerma (un hashtag invecchiato malissimo), torni a definire il ruolo della città con nuova fiducia nel futuro e uno sguardo più chiaro sulle cose. La pandemia può essere un’opportunità per Milano per ripensare una dimensione urbana più bilanciata, che sia inclusiva e non solo esclusiva, vivibile e attraente oltre che patinata.

Guardando agli ultimi vent’anni di storia della città, in ogni caso, è chiaro come la chiave della ripartenza sia un cambio di marcia e di paradigma – cambio che la pandemia ha reso più che mai necessario. Alla fine degli anni ’90 il nome di Milano rievocava l’aura edonistica ma stakanovista del berlusconismo, le grandi industrie e il mondo tedioso e compassato degli uffici – le cose cambiarono quando, col secondo mandato del sindaco Albertini il paradigma venne cambiato, la narrativa stravolta e il ruolo di “capitale del design” della città rilanciato una volta per tutte. La storia deve ripetersi. Come ha sottolineato Alessandro Poggi, marketing director di Uniqlo Italia, la città «ha il vantaggio competitivo di essere più snella e local rispetto alle altre città europee, questo deve portare ad un cambio di marcia più veloce rispetto alle altre». A distanza di un ventennio dalla sua evoluzione, insomma, una nuova narrativa va trovata per la città, una dimensione più umana riscoperta e la nuova generazione di locals, tutti, chi più chi meno, milanesi d’azione, sarà lì per farlo.