
Rimorchiare non è più lo stesso senza eventini open bar Senza birrette gratis non sappiamo più chi siamo
“Birretta stasera?”
Nella vita pre COVID non potevamo ricevere messaggio migliore per affrontare con quel poco di dignità che ci era rimasta l'ultima ora e mezza di lavoro. Non era solo il miraggio di una bella birra fresca (e gratis) in compagnia ad allietare gli ultimi momenti tra mail e presentazioni, quanto la certezza che la persona che ti aveva proposto suddetto appuntamento aveva passato almeno 5 minuti nella sezione eventi di FB, praticamente l'ultimo motivo per cui teniamo ancora Facebook, insieme alle notifiche che ci ricordano i compleanni di quelli che dovrebbero essere i nostri amici. Quel messaggio significava che dopo un'attenta selezione il tuo compagno di avventure aveva individuato l'evento - rigorosamente free, possibilmente open bar - più adatto alla serata. E anche se si accettava spesso e volentieri a scatola chiusa, la meta finale rivelava già molto sul tipo di personaggi che avremmo incontrato e, ça va sans dire, sulle possibilità reali di broccolare.
Non ce n’è mai fregato molto degli eventi a cui ci trascinavano gli amici invasati d’arte, di moda, di design, di musica, o alle volte eravamo noi quell’amico, che invitava altri solo perché alla ricerca di una spalla. Quanti divani e lampade concettuali abbiamo guardato durante il Fuori Salone solo per la promessa di un free drink dopo? Niente unisce di più perfetti sconosciuti che la ricerca dell’agognato cameriere con il vassoio delle birre. Quelle birre hanno sempre fatto cagare, persino per i nostri palati raffinati cresciuti a Bacardi Breezer e Corona, ma senza quelle ci era impossibile divertirci per davvero.
Siamo stati noi, abitudinari di questi eventini free, abbonati al cinese all you can eat post evento, l’unica salvezza per non tornare a casa completamente storti prima delle 22, i primi animali sociali a capire, nelle settimane più dure del lockdown, che gli aperitivi su FaceTime non avrebbero mai potuto rimpiazzare quelli reali. Abbiamo provato a reinventarci, a suon di fuocherelli su Instagram e canzoni tattiche mandate in chat, ma in cuor nostro sappiamo di non esserci tagliati fino in fondo, sotto sotto ci rode di non poter esprimere tutto il nostro potenziale come nel cortile interno di Spazio Maiocchi.
Davanti alla prospettiva di un’estate senza festival e lunghi drink all’aperto, ci consola solo il pensiero che quello che ci attende sarà un settembre di fuoco, quattro settimane densissime di eventi, party, after party, opening, appuntamenti, festival, tutto quello che è stato cancellato da marzo ad oggi e che deve essere recuperato. Consapevoli di tornare in attività dopo un’astinenza durata mesi, sia in termini di assunzione di alcol che di metro di giudizio nella scelta di un partner, siamo pronti a tornare in azione, armati di preservativi e apri bottiglie.