Le 5 collaborazioni più insolite fra moda e cinema Dalla fantascienza firmata Versace alla borghesia milanese secondo Raf Simons

La cosa più bella del cinema come arte è che ogni dettaglio, dalle inquadrature al set design, comunichi un messaggio e tutti i dettagli riuniti contribuiscano a creare l’identità di un personaggio e a raccontare una storia. Questo è valido anche e soprattutto per il costume design di un film: gli abiti di un personaggio sono un elemento apparentemente silenzioso ma che dice moltissimo di un personaggio e contribuisce a crearne, quasi più di ogni altro, l’estetica. Nel corso della storia del cinema sono stati molti gli stilisti che si sono cimentati nel costume design, portando la propria sensibilità per la couture dalle passerelle allo schermo. Grandi designer come Miuccia Prada e Giorgio Armani hanno creato costumi per film celebri e commerciali, ma ci sono state altre collaborazioni meno convenzionali per piccoli film di culto, spesso rivolte a un unico personaggio o attore del film, ma che ne hanno definito l’identità per i decenni a venire.

Gianni Versace –  Dredd (Danny Cannon, 1995)

Forse uno dei film di fantascienza più cult degli anni ’90, anche se non uno dei più riusciti sul piano della sceneggiatura, Il quinto elemento si trova in equilibrio perfetto tra esagerazione e commedia. Jean-Paul Gaultier disegnò tutti i costumi del film, dagli outfit tech indossati da Bruce Willis e i completi in gessato decostruiti di Gary Oldman, fino alla divisa sexy delle hostess e al costume a strisce di Milla Jovovich, che in una serie di scene del film indossa una salopette futuristica abbinata ai suoi capelli. Ma i pezzi più iconici del guardaroba del film sono destinati al personaggio di Chris Tucker – forse il più iconico mai interpretato dall’attore americano e anche il meglio vestito, con una serie di completi androgini che vanno dal leopardato fino al bianco e nero decorato di rose.