
Come si vestono i broker di Wall Street al cinema? L'evoluzione dello stile degli uomini d'affari sul grande schermo, da Christian Bale a Leonardo DiCaprio
Da sempre il mondo del cinema hoolywoodiano sembra subire il fascino dell’alta finanza finendo per addentrarsi con un certo piacere nei giochi di potere, soldi e perversioni che popolano i cosiddetti Wall Street Films, quel filone di produzioni incentrate sulle scalate al successo e i dilemmi morali dei broker che controllano i mercati finanziari di tutto il mondo.
In questo tipo di film, i costumi giocano un ruolo fondamentale perché quella del broker è una vera e propria divisa. Padroni di un’innata eleganza, gli uomini di Wall Street sono i fondatori dello stile yuppie (quello dei giovani in carriera, votati a uno stile di vita consumista all’opposto degli ideali della cultura hippy), nonché emblemi del sogno americano (e della mitologia del "se ce l'ho fatta io, puoi farcela anche tu"). Nonostante in loro siano vivi i valori conservatori di una mascolinità tossica, hanno indirettamente aperto le porte alla New Masculinity: indossano abiti delle griffe più ricercate (Giorgio Armani, Valentino), bretelle, ferma-cravatte e orologi d’oro e preferiscono le calzature italiane. I capelli sono sempre pettinati all’indietro, mentre i più ricchi si concedono un anello al mignolo – anche quello preferibilmente d’oro.
La storia del cinema è costellata di figure di questo tipo, dal Mister Banks di Mary Poppins ai clienti di Jennifer Lopez in Le ragazze di Wall Street, Michael Douglas in Wall Street, Christian Bale in American Psycho e Leonardo DiCaprio in The Wolf of Wall Street. Con il passare degli anni – anzi, dei decenni – anche lo stile del broker si è evoluto.
Per quanto in continua evoluzione, l’abbigliamento del broker di Wall Street è un punto fermo della sartorialità maschile (in effetti, le grandi assenti sono le donne, fatta eccezione per alcuni film come Una donna in carriera con Melanie Griffith e Funny Money - Come fare i soldi senza lavorare con Whoopi Goldberg). Negli anni sono cambiati i tagli e le fantasie (in generale, i colori sgargianti sono prerogativa dei più ricchi e bastardi, mentre i novellini optano per camicia bianca e completo grigio), ma la legge è sempre quella dell’eleganza tradizionale. Alcuni potrebbero intravederci un rimasuglio della “Toxic Masculinity”, che però convive con un approccio alla moda tipico di una generazione gender-fluid.
In barba a tutte le contraddizioni, lo stile yuppie è sopravvissuto a quasi quarant’anni di storia della moda. Chissà se sopravvivrà anche a questo strano anno senza cinema.