
La crisi del Coronavirus vista dai creativi italiani a Londra Intervista a 7 talenti creativi italiani a Londra
In questi giorni non si parla d’altro: l’epidemia del Coronavirus ha messo in ginocchio il mondo. È un evento storico senza precedenti, soprattutto per il mondo digitalizzato. Per far fronte all’emergenza, i governi di tutti i Paesi stanno adottando il “Modello Wuhan”, un modello di quarantena che ha dato buoni risultati a Wuhan, la città della Cina in cui si sono registrati i primi contagi. Le conseguenze sono (e saranno) gravissime per tutti i settori, non per ultimo il mondo dell’arte. È recente la decisione di Anna Wintour di posticipare il Met Gala, o quella del direttore del Festival di Cannes Thierry Fremaux di sospendere la kermesse, ma anche lo sport non è da meno. Non si può prevedere con certezza il danno economico, anche se molti brand (come Nike e adidas) hanno annunciato una perdita clamorosa nei prossimi mesi.
Il problema, quindi, interessa l’intero Pianeta. Pur vivendo in un mondo “a porte chiuse” (con i viaggi sospesi fino a data da destinarsi), sono ancora tanti i giovani italiani all’estero che stanno facendo i conti con l’emergenza, bloccati nella loro professione e lontani dalle famiglie. nss magazine ha “incontrato” (virtualmente, per forza) alcuni di questi professionisti che da anni lavorano e risiedono a Londra, per capire in che modo stanno affrontando questa situazione di crisi.
“Spero solo che questo periodo di quarantena e crisi economica mondiale dia alle persone la possibilità di aver tempo fermarsi, riflettere e riprendere in mano la propria vita quotidiana con una nuova prospettiva più umana”, conclude Daolio; “I soldi torneranno.”