
TikTok censura i contenuti "brutti"? Per attrarre più utenti, la policy del social mostra meno contenuti di utenti ritenuti antiestetici, disabili o poveri
Secondo un report di The Intercept, la società-madre di TikTok, ByteDance, avrebbe ordinato ai moderatori del popolare social media di ridurre artificialmente l’audience di utenti che non rientrano entro precisi standard fisici, estetici e socio-economici. Tali contenuti non verrebbero cancellati, ma semplicemente esclusi dall’algoritmo che, invece, darebbe grandissima visibilità ai video di utenti che rispettano i presunti standard di “decoro”. Tale strategia sarebbe volta a migliorare l’immagine del social media e a elevarne l’appeal nei confronti dei potenziali nuovi utenti.
I rappresentati di TikTok hanno definito le guidelines incriminate come strategie anti bullismo impiegate nel passato che non sono più in uso, ma alcune fonti interne avrebbero rivelato a The Intercept che quelle stesse guidelines sono state scritte e applicate proprio nel 2019. Secondo il documento che potete leggere in alto, la sezione dell’app “Consigliati per te” sarebbe stata ripulita da tutti i contenuti postati da utenti con le seguenti caratteristiche:
Forma fisica anomala, paffuti, con pancia da bevitore, obesi o troppo magri (non limitatamente a nani e affetti da acromegalia); tratti somatici antiestetici (non limitatamente a sfiguramenti facciali, denti troppo lunghi, bocche sdentate, anziani con troppe rughe, cicatrici) o deformità (non limitatamente a disturbi oculari, paresi e altre disabilità).
La lista prosegue scendendo in dettagli sulle location in cui i video vengono girati, che devono attenersi agli stessi parametri di cura e bellezza, includendo anche un ambigua menzione a “decorazioni poco rispettabili”.
A questo punto, prima di reagire con indignazione, bisognerebbe porsi una domanda scomoda. Le guidelines sono state scritte come parte della strategia social di TikTok, per accrescerne il successo – successo che effettivamente è arrivato proprio mentre queste regole erano in vigore. Per quanto scorrette, anti-etiche e discriminatorie, chiunque le abbia scritte conosce bene la superficialità e il comportamento del pubblico. E questo è il nodo del problema: le guidelines non servono a modificare i gusti del pubblico, ma ad assecondarli. Forse, oltre ad accusare TikTok, bisognerebbe iniziare a considerare che il problema della discriminazione non risieda nei social media ma nella società come tale.