Chi sono i fratelli D’Innocenzo, vincitori dell'Orso d’Argento al Festival del Cinema di Berlino Fabio e Damiano D’Innocenzo, i due giovani gemelli registi che piacciono a Gucci e Alessandro Michele

Non vogliamo diventare registi con la sciarpa.

Si presentano così Fabio e Damiano D’Innocenzo, i gemelli di Tor Bella Monaca (Roma) che hanno messo a ferro e fuoco il cinema italiano. Dopo aver vinto il Nastro d’argento con il loro film d’esordio La terra dell’abbastanza (2018) e aver collaborato alla sceneggiatura di Dogman di Matteo Garrone, quest’anno sono tornati al Festival del cinema di Berlino per presentare Favolacce, “una favola dark tra Italo Calvino e Gianni Rodari” che si è aggiudicata niente meno che l’Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura.

Quando si tratta di cinema italiano si parla sempre degli stessi autori: Garrone, Moretti e Virzì, lasciando per ultimo Sorrentino perché "La grande bellezza è sopravvalutato.” I più furbi al massimo ricordano gli antichi sfarzi, da Fellini a Rossellini e Pasolini (tutta quella generazione di “ini” di cui nessuno potrà mai sentirsi degno). Ma se si parla di giovani, d’improvviso cala il silenzio. È in questo scenario che arrivano loro: i fratelli D'Innocenzo.

Cresciuti on the road con il padre pescatore, Fabio e Damiano (classe 1988) non hanno mai studiato cinema. Fin da ragazzini hanno mosso i primi passi in modo amatoriale mentre si guadagnavano da vivere facendo i fattorini e i camerieri. Insomma, vivendo nel “mondo reale”. Di fatto, qualche anno più tardi è stato proprio quel mondo ad attirare l’attenzione del pubblico: al loro esordio con La terra dell’abbastanza (un ritratto singolare della periferia romana, la “borgata”) i critici non esitarono a parlare di “neorealismo suburbano” contaminato da Wes Anderson e David Lynch.

Lo stesso discorso vale per Favolacce, dove invece della borgata hanno raccontato la loro periferia: quella residenziale delle villette a schiera e le piscinette gonfiabili, nemmeno abbastanza povera da diventare interessante. Un mondo fatto di mediocrità e ignoranti, dove la routine è sconvolta solo da qualche episodio di cronaca nera. "Cos'è il nostro film? Un 'American Beauty' senza 'American' e senza beauty”, hanno detto i registi. Protagonista Elio Germano, in slip da bagno fin dalla prima scena del trailer. 

"Il primo film aveva a che fare con due ragazzi, questo ha a che fare con le famiglie dal punto di vista dei bambini e il terzo avrà a che fare con gli adulti e sarà un thriller", hanno raccontato a Berlino. Voci di corridoio suggeriscono che sia in cantiere anche una serie tv. In più, Vogue riporta che starebbero lavorando a un western al femminile ambientato nel 1800. Loro, nel frattempo, vincono i premi più importanti del cinema, vestono il brand più famoso del mondo e continuano a infilare qualche “mortacci tua” tra un discorso di ringraziamento e l’altro. Ma la sciarpa, lo giurano, ancora non la mettono. 

Favolacce verrà distribuito nelle sale italiane da Vision Distribution a partire dal 16 aprile 2020.