
Lunga vita al Re: intervista con Timothée Chalamet Abbiamo incontrato Timothée e Joel Edgerton per l'uscita di The King su Netflix
Timothée Chalamet ha preso il mondo d’assalto da quando è arrivato sui nostri schermi nei panni del giovane innamorato Elio di Call Me By Your Name.
Dall’oggi al domani, il giovane attore è stato catapultato sulle vette più alte dello star system internazionale. La sua fama si è espansa non solo nel mondo del cinema ma anche in quello della moda e della musica. È diventato una musa per Virgil Abloh e Louis Vuitton, ha lanciato il suo primo e acclamato film su Netflix, The King, e ha festeggiato con Kanye West e Kim Kardashian il compleanno del comune amico Kid Cudi. Proprio al concerto di Kid Cudi al ComplexCon 2019, Chalamet ha letto queste parole prima che l’artista, insieme a Pusha T, salisse sul palco sulle note di Feel the Love:
“We live in a world where it’s more okay to follow than to lead. In this world being a leader is trouble for the system we are all accustomed to”.
.@RealChalamet narrating Kid Cudi intro was my favorite part of the night @KidCudi pic.twitter.com/lYNrgpgymD
— Marty (@martytweets2) November 3, 2019
Tra apparizioni sempre più frequenti sugli schermi e sui tabloid (per i suoi amori con le figlie d’arte come Lourdes Ciccone, figlia di Madonna, o ultimamente Lily-Rose Depp, figlia di Johnny e Vanessa Paradis), negli ultimi due anni il giovane Timmy non si è fermato un secondo. Così, dopo averci fatto innamorare nei panni del giovane Elio, averci sbalordito con i suoi outfit sul red carpet, averci fatto piangere in Beautiful Boy al fianco di Steve Carrell e aver annunciato, a soli 23 anni, la sua prima pausa dalla recitazione, il giovane Chalamet è tornato sugli schermi di tutto il mondo con il suo primo film in costume (il secondo, Little Women di Greta Gerwig, uscirà nelle sale a Natale): The King di David Michôd, su Netflix dal 1 Novembre.
Sceneggiato dallo stesso regista e da Joel Edgerton, attore (fra i protagonisti della seconda trilogia di Star Wars e di successi come Zero Dark Thirty, The Great Gatsby di Baz Luhrmann, Loving di Jeff Nichols) e di recente regista di Boy Erased – Vite cancellate (con Lucas Hedges, Nicole Kidman, Russell Crowe e Xavier Dolan), Il Re, ispirato all’Enrico V di William Shakespeare, è il “romanzo di formazione” del giovane e ribelle principe Enrico V (Chalamet) che, in seguito alla morte del padre, deve calarsi, dal giorno alla notte, nel ruolo di Re d’Inghilterra.
Parlando di grandi personalità di ieri, oggi e domani… Forse odierete essere chiamati così, ma in questo momento siete due delle più grandi star di Hollywood. Che cosa significa, oggi, essere una star? E qual è la responsabilità di una star?
Joel Edgerton: Wow…
Timothée Chalamet: [ride] Ti lascio l’onore di rispondere per primo!
Joel Edgerton: [sorride] Sai che ti dico? La verità è che non mi sono mai visto come una star. Mi sono sempre visto come un attore, uno sceneggiatore o un regista. Un “operaio del cinema”. È così che mi sento – e soprattutto è così che voglio lavorare: mi piace sporcarmi le mani, l’artigianalità che mi permette di dare forma concreta alle cose. Ho sempre voluto essere Gene Hackman, non ho mai voluto essere Tom Cruise. Mi spiego? E credo che sia evidente dal mio percorso. Mi piace saltare di palo in frasca, esplorare luoghi e sfide sempre nuove. Non voglio raccontare la stessa storia o rappresentare lo stesso personaggio più di una volta. Per questo penso che la mia responsabilità vada maggiormente verso me stesso: ho bisogno di innamorarmi di ogni progetto prima di farmi coinvolgere, sia come attore che come autore. E in ogni progetto, per innamorarmi ho bisogno di trovare quel nutrimento viscerale di valori che possano essere allo stesso tempo educativi e d’intrattenimento. Con l’obiettivo sempre chiaro di tagliar fuori il mio ego dal risultato. Ma voglio sentire che cosa dice lui [Timothée]… Lui sì che è una star!
Timothée Chalamet: È una responsabilità. E sono grato di lavorare a progetti in cui credo e che – almeno spero – siano drammatici e stimolanti per chi li fa, per noi [attori] e anche per il pubblico. In qualche modo, quelli in cui si deve lavorare per creare un significato. I miei film preferiti sono quelli in cui vieni coinvolto, e sei sospettoso, ma alla fine sei stato tu a far svoltare il film, hai presente?
Grazie mille, e congratulazioni.
E un ringraziamento molto, molto personale a Timothée Chalamet, perché grazie a lui, in Sala Grande, sono riuscito – anche se in lontananza – a vedere Kid Cudi!
Timothée Chalamet: [sorpreso] Sei un suo fan?!
Uno dei più grandi!
Timothée Chalamet: [sfodera un enorme sorriso] Anch’io!
Lo so, Timothée, lo so…