
La tragica fine della generazione SoundCloud Quella di Juice WRLD è l'ultima di una lunga serie di morti nel mondo della musica. Ci siamo chiesti il perché
Nell’agosto del 2007 sono due musicisti svedesi, Alexander Ljung e Eric Wahlforss, di stanza a Berlino, a creare SoundCloud, la piattaforma musicale che contribuirà a formare l’estetica associata alla Generazione Z musicale americana - per alcuni - la più grande rivoluzione musicale degli anni recenti. Il Soundcloud Rap, e cioè quel sottogenere di rap DIY fatto di produzioni lo-fi e caratterizzato da un suono che prima non esisteva, si diffonde infatti negli Stati Uniti, dove viene utilizzato dai più giovani per affermarsi sul mercato musicale americano, senza passare dall’intermediazione dell’industria musicale.
Se ai casi citati si aggiungono gli arresti di Trippie Red, quello di Tay-K per omicidio aggravato, o quello ancora precedente di Bobby Shmurda - uno dei primissimi rapper a diventare famosi grazie a Internet - emerge chiaramente il pattern di una generazione di rapper che si sta lentamente distruggendo, e che non si può semplicemente additare come narcisista o affetta da un desiderio incontrollato di fama. Gli Stati Uniti vivono infatti il loro peggior momento di sempre per numero di morti da overdose, che nel 2017 hanno superato quelle da arma da fuoco, incidenti stradali e AIDS, in quella che il Presidente Trump ha definito una «national shame and human tragedy». Craig Jenkins, uno dei più attenti giornalisti di rap culture d’America ha scritto su Vulture:
«Le persone stanno morendo perché c’è tanto dolore nel mondo e non abbastanza conoscenza della malattia mentale, della tolleranza o della tossicologia. Le persone stanno andando in prigione perché gli mancano opportunità e gli manca una guida. Trattare i sintomi di un disordine come la causa è come prescrivere la medicina per la tosse a una infezione polmonare»
Cercando di non semplificare la realtà e di ritrovare le cause di quello che a tutti gli effetti può essere definito un fallimento umano anche nella struttura dell’industria musicale che dovrebbe riuscire a preservare la salute dei suoi artisti, lì dove le istituzioni e la società hanno indubbiamente fallito, finendo però per cancellare uno dei fenomeni più disruptive e generazionali che la musica aveva visto nascere nel nuovo millennio.