
L'AFCON è sempre una festa Celebriamolo ricordando tre maglie che ne hanno definito l'estetica
La Coppa delle Nazioni Africane occupa una posizione unica nel panorama calcistico sin dalla sua nascita nel 1957. Il torneo ha messo in mostra alcuni dei più grandi talenti che abbiano calcato il campo verde - non c'è bisogno di ricordare Roger Milla, George Weah, Samuel Eto'o, Yaya Toure, Abedi Pele, Didier Drogba, Mohammed Salah, Sadio Mane, Jay Jay Okocha (la lista è infinita, credetemi). L'AFCON ha anche ospitato alcuni degli incidenti più bizzarri mai accaduti su un campo di calcio, come ad esempio quando, durante l'incontro Tunisia-Mali nel 2021, l'arbitro Janny Sikazwe fischiò per due volte la fine della partita prima che fossero stati giocati i 90 minuti, una volta all'85° minuto e un'altra volta all'89° minuto.
L'AFCON è uno degli spettacoli calcistici più divertenti che si possano trovare, un torneo che unisce oltre un miliardo di persone che parlano più di cinquanta lingue e che puntano tutte allo stesso obiettivo: il trofeo dorato che incorona i vincitori. Tuttavia, l'aspetto più importante dell'AFCON è l'alto livello di design dei kit di gioco, che ha definito l'estetica del torneo celebrando le tante culture che compongono il continente africano. L'orgoglioso insieme di nazioni che, pur con tutte le loro differenze dentro e fuori dal campo, è riuscito a incoraggiare una libertà creativa illimitata che ha contribuito a liberarsi dalle catene di un design di kit dogmatico. Ne abbiamo scelti tre che evidenziano perfettamente l'identità e l'innovazione che contraddistinguono l'AFCON.
Cameroon 2002 - PUMA
Ormai riconosciuto come uno dei design più caratteristici mai visti su un campo da calcio, il kit senza maniche indossato nel 2002 dal Cameroon rimane una perfetta incarnazione di tutte le idiosincrasie dell'AFCON e della natura innovativa del design dei kit africani, entrando immediatamente nel pantheon degli articoli di culto del calcio che rimangono sempre verdi nella loro eccentricità. Il kit piacque così tanto a Serena Williams che indossò un outfit interamente ispirato alla maglia agli Open di Francia dello stesso anno.
Lo Zaire riuscì a coniugare un profondo orgoglio per il proprio Paese con il coraggio del design, un gradito cambiamento rispetto alla natura eurocentrica del design dei kit prima e dopo il 1974. E anche in questa edizione dell'AFCON ci ha regalato una gioiosa cacofonia di colori che fiorisce con orgoglio, tradizione e ottimismo per il futuro. Il modo in cui ogni nazione africana si è riunita intorno alle proprie squadre nazionali, con kit unici al centro del loro sostegno, ha ispirato e continua a ispirare il mondo del design per il calcio a livello globale. Ogni kit ha catturato l'essenza delle nazioni in gara, mostrando così il meglio dell'Africa; questi tre kit sono una goccia nell'oceano quando si tratta di raccontare la passione per il calcio nel continente ma esemplificano come una maglia può andare oltre al suo semplice uso in campo.