Lo sconveniente fascino dei mugshot delle celebrity Dopo quella già storica di Trump, una raccolta di arresti famosi e relativi mugshot

La foto segnaletica fatta recentemente a Donald Trump, la prima nella storia scattata ad un ex presidente degli Stati Uniti, è diventata immediatamente iconica – e molti media lo considerano già lo scatto dell’anno. Non è la prima volta che Trump viene incriminato, ma finora non era mai stato diffuso il cosiddetto mugshot – una pratica che in Georgia, lo stato dove l’ex presidente degli Stati Uniti è accusato di aver tentato di sovvertire le elezioni del 2020, è permessa. Come prevedibile, Trump ha subito sfruttato la sua foto segnaletica come strumento di propaganda: sul sito ufficiale della sua campagna elettorale per le presidenziali americane del 2024 si possono acquistare – tra le altre cose – magliette, poster, tazze e sticker che riportano il mugshot in questione, con la scritta «mai arrendersi!». Lo stesso copy è stato utilizzato per accompagnare la pubblicazione della foto segnaletica sul suo profilo Twitter, che non era più stato usato dopo essere stato bloccato a inizio 2021. Ma già prima dello stato di fermo Trump aveva messo in vendita sul proprio sito una t-shirt che riportava un suo finto mugshot, con la scritta «non colpevole». La sua foto segnaletica è stata usata anche per chiedere donazioni alla campagna elettorale. In molti sostengono che il mugshot di Trump in effetti potrebbe rafforzarlo tra il suo elettorato, in buona parte convinto della sua innocenza nonostante le numerose incriminazioni. L'ex presidente repubblicano dovrà affrontare quattro diversi processi e 91 capi d’accusa.

I mugshot più famosi 

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Steve McQueen
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Mickey Rourke
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Khloe Kardashian
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Lindsay Lohan
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David Bowie
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Elvis Presley
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Bill Gates
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Paris Hilton
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Jane Fonda
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Rosa Parks
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Martin Luther King
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John Lewis

Prima della diffusione della foto segnaletica di Trump, in molti si chiedevano che tipo di espressione avrebbe avuto l’ex presidente statunitense: mentre le altre 18 persone indagate insieme a lui mantengono uno sguardo impassibile, Trump appare a tratti minaccioso. «Sembra un teppista» ha commentato John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale nell’amministrazione-Trump, che considera la sua espressione «un tentativo di intimidire i procuratori e i giudici». Nella direzione contraria vanno invece le foto segnaletiche di Bill Gates, o degli attori Mickey Rourke e Steve McQueen: tutti e tre sorridono e hanno un’espressione quasi divertita (McQueen fa persino il gesto di vittoria con le dita), cosa che – proprio come lo sguardo cupo di Trump – ha contribuito a caratterizzare questi mugshot, rendendoli di fatto storici. Queste sono però eccezioni, perché nella maggior parte dei casi le foto segnaletiche possono far sentire umiliate le persone arrestate.

Perché il mugshot è una pratica immorale

Diversi esperti legali considerano i mugshot una violazione dei diritti di chi si trova in stato di fermo, e ritengono che si debba interrompere la loro pubblicazione. «Voglio solo che le persone sappiano che io non sono davvero questo. Non sono una sorta di boss della malavita» aveva detto Jeremy Meeks dopo che, il giorno successivo all’arresto, il dipartimento di polizia di Stockton, in California, aveva pubblicato su Facebook la sua foto segnaletica – che era diventata virale, più che altro perché Meeks (che oggi fa il modello) in quello scatto era particolarmente attraente. Su The Marshall Project, una testata che si occupa di questioni relative alla giustizia penale negli Stati Uniti, la giornalista Keri Blakinger – anch’essa arrestata da giovane per possesso di sostanze stupefacenti – ha scritto che smettere di pubblicare i mugshot è un «passo collettivo» volto a evitare di “inchiodare” le persone al proprio reato, identificandole solo per quel che hanno commesso in passato.