
La bellezza e il problema della glamourizzazione della malattia L’estetica Succubus Chic è la nuova Heroin Chic?
Le nozioni di malattia e bellezza sono state a lungo intrecciate nella cultura occidentale. Dall'Inghilterra elisabettiana fino ai tempi moderni, un filo sottile, eppure apparentemente indistruttibile, unisce aspetto emaciato, sofferente, morte e fascino, dettando standard estetici non solo irraggiungibili, ma anche potenzialmente pericolosi. Un esempio? Il caratteristico trucco bianco gesso contenente piombo in polvere che la regina Elisabetta I applicava su viso, collo e décolleté serviva per nascondere la deturpazione causata dal vaiolo, ma veniva replicato dalle donne aristocratiche per ricreare un pallore simbolo del proprio status elevato, che si contrapponeva all’abbronzatura delle classi inferiori che lavoravano all'aperto e alle intemperie.
"Nel XVIII e XIX secolo si pensava che l'aspetto esteriore rivelasse il carattere interiore. Più si era attraenti, più si era bravi. Anche gli ideali di benessere odierni non sono correlati alla salute reale, perché chi non rientra negli standard di bellezza è visto come un individuo non sano". Spiega Day, ricordandoci che nel 2023 non è poi cambiato molto. Passato e presente si rincorrono, offrendoci istantanee che raccontano la stessa idea di bellezza malsana, ormai imprescindibilmente legata ad un fisico molto più che longilineo. Una persona dalle curve più generose può essere sana, ma darà sempre il messaggio contrario perché è così che gli standard di bellezza ci hanno abituato. Magrezza estrema e look emaciato, quasi malato, vincono sempre. Chiedetelo a Gabriette che pur essendo sempre stata bella, talentuosa e interessante ha iniziato ad avere un vero successo solo dopo essere molto dimagrita fino a diventare una sorta di dupe di Angelina Jolie in versione dark anni ’90. E che dire di Amelia Gray che è quasi un clone di Gabriette? L’unica cosa che è cambiata sono gli strumenti che usiamo per conformarci. La malattia reale non è più un’opzione. La sofferenza deve essere mimata, portata sul viso e sul corpo, ma nessuno vuole le complicazioni e le disabilità piccole e grandi legate alla malattia cronica né vuole avere a che fare con le persone che ne soffrono. Guancia scavate, pallore, zigomi prominenti e vita sottile si ottengono con una distorta concezione di wellness fatta di diete restrittive e spesso assurde, chirurgia estetica selvaggia, estenuanti session di fitness e l’acquisto di montagne di cosmetici. Insomma, nel 2023 aderire a una bellezza che coincide con un malato di tubercolosi dell’Inghilterra vittoriana significa avere un portafogli gonfio di soldi. La prossima volta che soffriamo nel vederci distanti e brutti rispetto Amelia, Kylie o Angelina pensiamo per un momento. È l'industria della bellezza in generale che andrebbe riesaminata e ripensata completamente. Sapere le reference del succubus chic non cambierà le cose, ma forse ci farà godere del look goth senza riprodurne la parte malata.