
Netflix sta per bandire i corsetti dalle sue serie? Le attrici li odiano e presto potrebbero sparire dai period drama come Bridgerton
Quante volte in un film o in una serie storica abbiamo visto la giovane dama di turno piegata su un mobile da toletta o su un letto a baldacchino, con l’espressione di dolore sul viso mentre qualcuno della servitù cercava di strizzarla dentro un corsetto, tirando sadicamente i lacci per assottigliarle il più possibile la vita? Da Via col Vento a Jane Austin, da Marie Antoinette a Bridgerton questa scena, simbolo della tortura quotidiana a cui le donne (ma spesso anche gli uomini) si sono sottoposte per secoli, è entrata a far parte dell’immaginario collettivo, ma, forse, da ora in poi non la rivedremo più.
Durante un'intervista, la star di Bridgerton Simone Ashley ha parlato della sua esperienza con il corsetto definendola "interessante":
«Il mio primo giorno, ho pensato, "OK, primo giorno da protagonista, ho mangiato molto cibo, sii davvero energico. " Quindi, ho mangiato questa enorme porzione di salmone ed è stato allora che avevo bisogno di stare male, fondamentalmente perché indossavo il corsetto. Ho capito che quando indossi il corsetto, semplicemente non mangi. Ti cambia il corpo. Ho avuto una vita più piccola molto momentaneamente. Quindi, nel momento in cui smetti di indossarlo, torni a com'è il tuo corpo. Anch'io ho avuto molto dolore con il corsetto, penso di essermi strappato la spalla a un certo punto!»
Sono problemi e disagi comuni ha gran parte delle attrici che hanno indossato corsetti per lunghi periodi a causa di esigenze di copione. Una delle ultime ad essersi espressa a riguardo è stata Vicky Krieps. L’attrice, che ha interpretato l'imperatrice Elisabetta d'Austria e la sua ossessione per la magrezza nel recente Corsage, ha osservato che non appena si infilava il corsetto dopo due minuti diventava triste, «una tristezza profonda» e poi ha scoperto che il nostro centro emotivo è dove si trovano il plesso solare e il diaframma, ed è proprio lì che quel capo spinge di più.
Dopo che la notizia del possibile bando dei corsetti ha iniziato a diffondersi, l’opinione pubblica si è divisa tra chi solidarizza con le attrici e vede nel suo utilizzo un retaggio del patriarcato e chi pensa che i film e delle serie senza dei costumi adeguati che rispecchiano il contesto e il periodo nel quale sono ambientati perderebbero la loro accuratezza storica e parte del loro valore. Nonostante l’apparente divisione di pareri, pare che la mania per i corsetti diffusasi con il Regencycore e reinterpretata su tutte le passerelle, da Versace a Mugler, non più come strumento di oppressione, ma di empowerment, sembra destinata a durare ancora a lungo.