È l'inizio di una nuova epoca nella cultura del lavoro? Benvenuti nell'era del rispetto dei dipendenti

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un notevole cambiamento nella cultura del lavoro, dopo che la prima ondata di pandemia ha forzatamente introdotto modalità alternative e ha rapidamente messo in discussione la tradizionale settimana lavorativa. Il Covid-19 ha agito come una sorta di catalizzatore del cambiamento normalizzando lo smart-working e sostituendo la scrivania dell'ufficio con il divano del salotto, ma allo stesso tempo è emersa la necessità di rivalutare completamente le esigenze che abbiamo da un posto di lavoro e, soprattutto, l'equilibrio tra lavoro e vita privata. Sulla scia di una nuova e dirompente riscoperta del benessere personale che ha raggiunto il suo apice durante il lockdown, le persone hanno avuto lo spazio e il sostegno necessario per mettere in dubbio la norma e chiedersi, forse per la prima volta, "Quale sarebbe la soluzione lavorativa ideale per me?"

Anche se c'è ancora molta strada da fare prima che alcune di queste idee vengano implementate, è chiaro che la cultura del luogo di lavoro si trova in un momento di cambiamento cruciale, in cui il benessere dei dipendenti sta mettendo in secondo piano le pratiche tossiche sul posto di lavoro. L'impatto è visibile in tutti i settori, soprattutto con l'implementazione di risorse per la salute mentale da parte di molte aziende, spingendosi anche a istituire sanzioni per i datori di lavoro che violano i limiti dei dipendenti contattandoli dopo l'orario d'ufficio. Uno sviluppo che si sta facendo strada per trasformare anche le istituzioni più ostinatamente radicate, come l'industria della moda, notoriamente conosciuta per le sue aspettative elevate. Un tempo lavorare nella moda significava lavorare "25 ore su 24" ed era opinione comune che se non si perdevano 5 chili e metà dei capelli per lo stress, semplicemente non si lavorava abbastanza. Il fatto che in meno di cinque anni l'opinione pubblica si sia scagliata contro il settore e l'abbia apertamente denunciato per la sua cultura lavorativa tossica la dice lunga.

Tuttavia, nessuno è immune al cambiamento: già nel 2021 il marchio di moda Desigual è stato uno dei primi a sperimentare una settimana lavorativa di quattro giorni. L'amministratore delegato Alberto Ojinaga, ha rilasciato una citazione a BoF per spiegare le ragioni di questa iniziativa, affermando quanto segue: "Ci siamo resi conto che una settimana lavorativa di quattro giorni non è solo una cosa positiva per i nostri dipendenti, per renderli più felici e forse anche più performanti, ma anche che ci ha reso molto più attraenti nel trattenere i talenti e attrarne di esterni". Questo dimostra in prima persona quanto la cultura del lavoro di oggi sia drasticamente influenzata dalla domanda dei dipendenti e continuerà a cambiare in questa direzione, a partire dal prossimo anno. Perché se c'è una cosa certa è che non stiamo tornando alla "normalità pre-pandemica", perchè, anche ora che le restrizioni stanno passando, i lavoratori restano sulle loro posizioni, mentre entriamo in una nuova era di cultura del lavoro.