Cosa vuole la Gen Z dal mondo del lavoro? E in cosa si differenzia rispetto ai Millennials

Spesso accusati dagli imprenditori vecchia scuola di essere una generazione di ‘bamboccioni’ inadatti alla vita, tra bonus psicologo e depressioni stagionali, la Gen Z è in realtà il risultato di una società sempre più frenetica, competitiva, lontana dai ritmi naturali propri dell’essere umano. I giovani d’oggi cercano di costruirsi una vita in un mondo al limite del collasso in un moto di attenzione verso l’ambiente e l’inclusione, tentando di creare una rottura con gli schemi del passato, anche e soprattutto nel mondo del lavoro. Un recente sondaggio condotto da Hilton tra i Millennials (26-41 anni) e la Gen Z (18-25 anni), ha rivelato cosa cercano davvero le nuove generazioni in un ambiente lavorativo: flessibilità, opportunità di viaggiare, possibilità di contribuire alla realizzazione di progetti mirati. Emerge l’importanza di incontrare nuove persone, di fare esperienza in diversi ruoli e di trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata, in aziende con forti politiche in materia di questioni sociali e ambientali.

Le aziende con un chiaro obiettivo di sviluppo sostenibile sono le più gettonate, mentre temi come la diversità e l'inclusione sono più importanti per i più giovani (37%) rispetto ai millennial (26%). C’è un divario generazionale in merito a ciò che le persone apprezzano quando si tratta di carriera, con la Gen Z che, in una percentuale quasi doppia (22%) rispetto ai Millennials (13%), considera rilevanti nella scelta di un lavoro le opportunità di viaggio internazionali, preferendo ai lavori tradizionali, come il costruttore (5%) o il pilota (8%), attività creative e impieghi relativamente nuovi, come il content creator (17%) o il marketing specialist (18%). Creatività, ritmi più umani, un ambiente sano in cui trascorrere il proprio tempo nel rispetto degli altri, il lavoro ideale per la Gen Z ha le stesse sembianze della società che i giovani, forse utopicamente, sperano di poter creare.