"Er morto puzzerà tutta la settimana": Roma si prepara al derby della Capitale Un viaggio nella capitale italiana prima della partita che vale una stagione intera

“Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. E’ rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci.”
Così scriveva Pier Paolo Pasolini, di cui da pochi giorni si è celebrato il centenario della nascita, in riferimento al calcio, di cui era un grande appassionato. Una passione quella di PPP per il calcio nata dapprima sugli spalti del Dall’Ara dove era solito andare a sostenere il suo Bologna, e poi rafforzata nei suoi anni a Roma, dove, da grande osservatore metropolitano quale era, visse il calcio nella sua totalità, dalla realtà dei campi della sue amatissime borgate fino agli spalti dell’Olimpico come corrispondente per l’Unità. Proprio dagli spalti dell’Olimpico firmerà un reportage su un derby tra Roma e Lazio del 1957 dal titolo emblematico “Er morto puzzerà tutta la settimana”.

"Er morto puzzerà tutta la settimana." Una metafora. Una metafora particolarmente forte, vero. Ma che rende a pieno lo spirito con cui Roma affronta i giorni successivi ad un derby. Nella maggior parte dei casi c’è un “vincitore” e c’è un “vinto”, “er morto” appunto, al quale la pietas non è quasi mai concessa e che per tutta la settimana successiva (nella più rosea delle ipotesi) dovrà subire prese in giro, sfottò e ogni altro tipo di angheria dal tifoso della squadra che invece il derby lo ha vinto. Che detta così sembra una cosa anche piuttosto normale, ma a Roma quasi nulla quando si parla di calcio è normale o comunque nei limiti dell’ordinario.

La verità è che questa rivalità, questo confronto perenne, questo parlare di Lazio e di Roma in ogni luogo e occasione, rende essenzialmente gli uni indispensabili per gli altri. La Lazialità senza la Roma sarebbe qualcos’altro, sicuramente un sentimento diverso e meno “ricco”, e viceversa l’essere Romanisti senza la Lazio.

Roma vive la settimana del suo derby con la sua tipica passione viscerale, infantile, disperata, di due tifoserie ricche di storia che non vivono quasi mai momenti di gloria all’altezza della loro immensa passionalità e per cui un derby vinto può radicalmente cambiare il senso di una stagione.
Roma, chiusa nel suo silenzio rumoroso tra fede e superstizione è pronta alla Partita, con la P maiuscola, e qualsiasi sia il vincitore una cosa è certa, come sempre: er morto puzzerà tutta la settimana.