Anche quest’anno nessuno in Serie A indosserà le maniche lunghe? Quali brand e giocatori stanno contribuendo al lento ritorno delle long sleeve

PUMA, adidas, Hummel e Umbro sono i brand che, in Premier League, hanno deciso di ridar vita ad un mito del calcio di un tempo, producendo le long sleeve di Arsenal, Manchester City e United, Norwich, West Ham e Everton. Destino opposto per le maglie a maniche lunghe nel nostro calcio: nessuno dei venti club e dei nove sponsor tecnici presenti in Serie A hanno rilasciato long sleeve dei kit proposti per questa stagione, probabilmente guidati dalla scarsa richiesta del mercato. La Ligue1 segue il trend della Serie A, mentre in Spagna il Real Madrid ha tutti i kit in versione maniche lunghe, mentre in Germania il Bayern fa esattamente come i Red Devils. 

Prima che la parola baselayer - la maglia tecnica che ha rimpiazzato le long sleeve - invadesse il mercato e portasse, anche per motivi tecnici, i giocatori a convertirsi ad una nuova pratica stilistica, le maglie a maniche lunghe erano considerate un simbolo e la rappresentazione dell'estetica di un tempo.
L’apice della diffusione delle maglie a maniche lunghe fu la seconda metà degli anni '90, l’epoca d’oro di un’estetica calcistica in cui regnava il "baggy and cozy". Le maglie che i vari Batistuta, Ronaldo, Veron e Gascoigne in Italia hanno indossato in quell’era che è lontana temporalmente ma vicina esteticamente hanno segnato lo stile di intere generazioni: sembra quasi impossibile pensare ad Alvaro Recoba con la maglia del Venezia a maniche corte o capitan Maldini con una long sleeve aderente. Il boom delle maglie baggy a maniche lunghe prosegue fino all’inizio degli anni 2000, coincidendo con tendenze che arrivano dal mondo della moda sempre più influenzato dall’ingresso di designer con un background culturale ed estetico molto vicino all’hip hop.

La soluzione alternativa che è stata adottata da tanti giocatori - basti pensare a Theo Hernandez, Neymar e Lukaku tra i tanti - è la maglia tecnica indossata sotto la classica maglia a maniche corte, che diventa così utilizzabile con ogni condizione meteo e ad ogni temperatura. Anche le norme delle diverse leghe sono intervenute per regolamentare l’utilizzo delle baselayer durante le partite ufficiali. L’effetto di layerning che si vede ormai su tutti i campi del mondo è stilisticamente interessante, come hanno dimostrato durante questa stagione Foden, Henderson, Dybala e Coutinho. Anche alcuni portieri - da sempre i primi giocatori ad essere associati alle maglie a maniche lunghe - stanno iniziando ad andare in questa direzione: Courtois, Navas, Ederson e Neuer sono gli esempi migliori di questo trend. 

Dal punto di vista dei brand, i motivi che hanno portato ad accantonare per un lungo periodo di tempo le long sleeve sono diversi e di diversa natura. C'è una ragione economica: la richiesta del mass market è calata drasticamente col passare degli anni, evolvendosi esattamente come il fit delle maglie;

C'è una motivazione di carattere tecnico: le baselayer sono diventate tecnicamente più performanti, essendo prodotte con uno speciale materiale sintetico in grado di assorbire più velocemente il sudore e di contrastare l'umidità in campo. Il marchio più attivo sotto questo punto di vista è adidas e non è un caso: il brand di Herzogenaurach ha scelto di puntare sugli archivi delle squadre e riprendere grandi miti del passato come dimostrano i kit dello United, del Real Madrid e dei Gunners.