Il laboratorio a cielo aperto di Chanel a Gaujacq Il fiore preferito di Mademoiselle ha un paradiso botanico nel sud della Francia dove si coltiva il principio attivo alla base di Hydra Beauty

Gabrielle Chanel era circondata da talismani portafortuna. Uno di questi era la camelia, fiore inodore dal fogliame sempreverde e dalle potenti proprietà idratanti, che Mademoiselle sfoggiò per la prima volta appuntato alla cintura sulla spiaggia di Étretat, nel 1913. Arrivata dall’Asia attraverso la via del tè nel XVII secolo, la camelia ha trovato il suo habitat in Francia, grazie alle equilibrate temperature invernali ed estive simili a quelle del suo paese di provenienza.

“Con l'analisi di questa pianta abbiamo trovato dei derivati di catechina, polifenoli che hanno dimostrato di possedere proprietà idratanti" - spiega Nicola Fuzzati, direttore del dipartimento innovazione e sviluppo degli ingredienti cosmetici Chanel.

"Le camelie hanno una caratteristica particolare: non hanno un programma di senescenza. A livello genetico, non sono programmate per morire. Per questo, più passa il tempo, più sono belle e forti” - aggiunge Jean Thoby, esperto internazionale di camelie.

Courtesy of Chanel
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L'introduzione di alberi e arbusti specifici rafforza l'equilibrio e la resistenza degli ecosistemi, e contribuisce alla biodiversità, rendendo le piante più resistenti alle malattie e ai predatori. “In ogni fase del processo di coltivazione, dobbiamo trovare i metodi più innovativi possibili, per questo siamo in un vero laboratorio di ricerca a cielo aperto - prosegue Philippe Grandry - e abbiamo la possibilità di diventare pionieri in questo settore, indicare una nuova strada per la protezione dell'ambiente, lo sviluppo sostenibile e anche le nuove risorse da mettere in gioco”. Oggi nasce anche l’azienda agricola, dall’architettura ecosostenibile, appena vicino al giardino-conservatorio, con una coltivazione sperimentale agroecologica. Un progetto che si è guadagnato la certificazione Haute Valeur Environnementale (HVE - alto valore ambientale) di livello 3 - il più alto nel sistema di certificazione ambientale per le aziende agricole -  e l'etichetta “conversione all'agricoltura biologica”, due riconoscimenti che certificano il rispetto verso l'ecosistema naturale e che riducono al minimo l’impatto sull’ambiente.