Un mito della provincia: la storia di Asics Da Wembley con la Sampdoria al Castellani di Empoli e al Picchi di Livorno

I più di 72 anni di storia di Asics raccontano che prima di diventare un punto di riferimento nello streetwear e nella moda, il brand è stato soprattutto un marchio sportivo. Nato in Giappone come azienda di scarpe da basket da Kihachiro Onitsuka, negli anni Asics ha poi aggiunto alla sua produzione materiali per tutti gli altri sport, dalla corsa al nuoto, dal volley al rugby. Ma il calcio, che è lo sport più praticato al mondo, Asics l'ha scoperto dopo, sul finire degli anni Ottanta. Nonostante possa sembrare tardivo l'ingresso nel pallone per un'azienda nata nel 1949, in realtà il marchio giapponese è stato capace di lasciare il segno. Soprattutto in Italia, dove per più di un decennio, il brand ha costruito un legame molto forte con alcune medio-piccole realtà.

Per molti tifosi italiani, infatti, Asics è identificabile soprattutto come un brand della provincia. Una definizione che non definisce uno sguardo negativo o diffamante, tutt'altro. Asics è riuscito a creare un'identità perfetta per squadre con un certo budget e un'organizzazione con risorse limitate e un tasso di interesse basso, i cui prodotti dovevano essere confortevoli, non necessariamente impressionanti come estetica. Anche se in realtà non è stato sempre così, e anzi, l'ingresso di Asics nel calcio italiano inizia da un punto di partenza altissimo.   

Il Lecce, l'Atalanta e il Livorno, che appunto l'hanno avuto per più di un decennio, sono l'emblema della comodità di Asics nel calcio italiano: prodotti semplici, un pattern tendente alla tinta unita, pochi esperimenti, buoni accordi economici. In pratica, Asics era una certezza, ma lentamente, ha subito un picco. Perché se negli anni Novanta era un brand in totale ascesa - arrivata alla finale di Champions con la Sampdoria e firma sulla maglia di un top club come la Roma e, poi, nel Duemila, firma su mezza parte destra della classifica di Serie A - adesso le sue apparizioni nel calcio sono rarissime. A parte il Vissel Kobe, squadra della città in cui è stato fondato il marchio e in cui gioca il testimonial Iniesta, non c'è alcun club nelle prime categorie del mondo a vestire Asics. Anzi, si vede molto più sui piedi dei giocatori che sul loro corpo. 

Infatti, più che le maglie, Asics ha costruito la sua icona nel calcio anche grazie agli scarpini. Oltre alle mitiche Testimonial di Baresi, sono diventate indimenticabili le Tiger (a cui, tramite la tecnologia GEL, il brand ha realizzato uno dei suoi modelli di sneakers più famosi), le Tigreor, le Menace e le Lethal. Comodi e a buon prezzo, gli scarpini di Asics sono stati uno dei prodotti sportivi più nazional popolari per vestire i piedi dei calciatori.