10 statue dei calciatori In Sud America, a Londra, affacciate sul Mare del Nord

Per un calciatore, diventare una figura importante per un club e ricevere una statua vuol dire andare oltre l'essere un semplice sportivo. Per ricevere una statua propria, un calciatore non deve essere forte e basta. Deve esser stato capace innanzitutto di compiere qualcosa di epico, di fondamentale nella storia del club per cui ha giocato, e poi, ma non perché conti meno, essere anche un'icona fuori dal campo. Se così non fosse, anche le aziende di altri settori - i club di calcio sono delle spa a tutti gli effetti - dovrebbero costruire delle statue dei loro migliori dipendenti, di quelli che lasciano il segno - e infatti, molte lo fanno: Steve Jobs ne ha una dentro il centro Apple, a Cupertino in California. 

Secondo l'autorevole classifica di Bleacher Report, Pelé risulta il settimo sportivo più apprezzato della storia e ha una statua propria davanti al museo del calcio brasiliano: non davanti uno stadio, icona di un singolo club, ma davanti un museo, icona di un intero paese. Questo perché Pelé - e tanti altri come lui - hanno influenzato talmente tanto non solo il calcio, ma pure la società, da essere eternizzato con un monumento. Per tanto, così come sono dei tributi le rappresentazioni maestose dei grandi personaggi della storia - l'ammiraglio Nelson a Londra, Giuseppe Garibaldi a Roma, Abramo Lincoln a Washington -, anche lo sport, pur con un impatto storico minore, ha i suoi protagonisti eterni celebrati da una statua. nss sports ha scelto le dieci migliori. 

 

Thierry Henry 

Il nome d'arte è "Headbutt", ed è stata svelata in Italia, a Pietrasanta (Toscana), e poi trasferita sul Lago di Ginevra. Ma teoricamente, è di casa davanti al Centre Pompidou a Parigi. La statua che ritrae la testata più famosa della storia è alta cinque metri e realizzata dall'artista algerino Abdel Abdessemed. L'opera è molto inquietante viste le dimensioni maestose e la tonalità scura del materiale con cui è stata pitturata. Inoltre, ha sollevato molte polemiche perché - come è evidente - rappresenta un chiaro gesto antisportivo e quindi non adatto un'esposizione pubblica. Eppure, in tv o in esposizione, è un gesto visto da tutti.