
Anelka è stato un incompreso o un precursore? Il documentario Netflix mostra come la storia dell'attaccante francese sia più attuale di quel che si pensa
Il defining moment di "Anelka: Misunderstood" arriva più o meno a metà del documentario. C’è Anelka che fruga alla ricerca di qualcosa in un ripostiglio pieno di sneakers della sua casa a Dubai: a un certo punto, in quello che sembra un cliffhanger narrativo costruito ad arte, sbuca la copia (impolveratissima) della Champions League vinta nel 2000 – anno in cui diventerà campione d’Europa anche con la Francia – con il Real Madrid. Anelka la guarda e poi accenna a un sorriso: “Eccola qui, stagione 2000/2001”, dice in favore di camera, appena qualche istante prima che l’amico che è con lui gli faccia notare che in realtà quel trofeo è della stagione precedente.
Praticamente tutto ciò che si ritrova in un normale feed Instagram del calciatore-tipo del 2020 che racconta e si racconta senza filtri. Proprio come Anelka. Solo che lui lo ha fatto quando Instagram non c'era. E quando significava non essere compresi fino in fondo.