
Ascesa e caduta del Milan Lab I tanti infortuni del Milan fanno riflettere sul laboratorio che ha cambiato il modo di intendere la medicina nel calcio
La situazione infortuni del Milan in questo inizio di stagione sta diventando l'inside joke della Serie A: dopo gli infortuni di Romagnoli e Calhanoglu, anche Bonaventura sarà costretto a farsi operare (stagione finita), e se aggiungiamo Strinic (fuori da inizio stagione per un problema cardiaco), Mattia Caldara (rientro stimato a febbraio), Lucas Biglia e Mateo Musacchio, lo scherzo diventa poco divertente.
Nonostante sia complicato attribuire la responsabilità di questa situazione alla società, è chiaro che oggi qualcosa nelle strutture mediche del Milan non sta funzionando come dovrebbe. Eppure il Milan Lab - leggendaria struttura di Milanello - è stato dal 2002 il centro medico sportivo più all'avanguardia in Europa, tessera fondamentale di un Milan che arrivò due volte sul tetto d'Europa con una squadra di trentenni che correvano come ventenni.
Negli anni Maldini, Seedorf, Ibrahimovic, Ronaldinho e Cafù hanno tessuto le lodi del Milan Lab, il suo approccio ha cambiato la medicina sportiva professionista ma oggi la sua efficacia sembra essersi persa.
Tornando ai giorni nostri, i casi d'infortunio nel Milan ormai sono così tanti da non poterli ignorare e la forma fisica del Milan, a parte il girone di ritorno della scorsa stagione, non è mai sembrata solida come nel 2007. Gli infortuni avvenuti nello stesso momento della stagione e con circostanze anomale e ricorrenti alimentano dubbi sull'attuale qualità del progetto. Il Milan Lab è diventato un modello nel mondo sportivo - essendo anche uno dei più grandi database del mondo sportivo - che però sembra non essere più all'altezza della sua fama. Negli anni ha incuriosito grandi aziende quali Microsoft e altri top club come Manchester United, Chelsea e Boca Juniors nel calcio, San Antonio Spurs, Miami Heat nella Nba, Miami Dolphins nella NFL e la McLaren nella F1. Oggi l’intuizione del Milan di basare la società e le prestazioni sulla raccolta di dati è stata adottata e perfezionata dalle maggiori squadre europee, mentre a Milanello sembra che il metodo abbia perso efficacia, forse anche a causa della fine della collaborazione con lo storico responsabile Daniele Tognaccini.
Montella non lo considerava, Kaká ne ha ammesso i limiti, Pato gioca in Cina, Il Milan Lab non smette di creare dubbi attorno a sé, modello arrugginito di un progetto di prim’ordine che in passato ha cambiato in bene il modo di concepire il calcio in chiave moderna e tecnologica.