
Quando Umbro seguì l’esempio di adidas La rivoluzione delle forme e le maglie geometriche nel calcio
Si dice che l’imitazione sia la forma più sincera di adulazione ma in realtà copiare un’idea di successo è il modo più semplice per correre ai ripari e provare ad ottenere dei risultati immediati. Vale per tutti i campi, a maggior ragione nel mondo della moda dove essere al passo con i tempi è una questione di sopravvivenza, un aspetto che deve obbligatoriamente essere visibile in ogni collezione. Tessuti, colori, forme: ogni dettaglio che funziona per un’azienda viene preso e rielaborato dai suoi competitor. O, per meglio dire, viene copiato.
Tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni ’90 il calcio visse la sua ondata di cubismo: i calciatori cominciarono ad indossare magliette dalle forme spigolose e aspre in cui la geometria prese il sopravvento su qualsiasi altra fantasia. La prima azienda a scommettere su questo filone fu adidas con la divisa realizzata per i Paesi Bassi in occasione di EURO 1988, una maglia a pattern geometrico in cui arancione e bianco sfumavano uno all’interno dell’altro. Negli anni successivi arrivarono altri modelli forme differenti, alcuni dei quali copiati in maniera fedele.
Una copia spiaccicata della maglia griffata da adidas, passata sottotraccia solo perché il Venezia in quella stagione militava in Serie C ma che si inseriva in un filone più ampio. Umbro fu infatti il marchio che più di ogni altro comprese il successo dell’intuizione geometrica di adidas e la introdusse nelle proprie collezioni, a partire dalla maglia away realizzata per l’Ajax in occasione della stagione 1989/90. Si trattava di una maglia blu in cui si alternavano coriandoli squadrati rossi e bianchi, il primo esperimento a livello grafico dopo una serie di decisioni stilistiche come l’inserimento dei colletti a polo o girocollo con chiusura a bottone con cui Umbro aveva iniziato la sua operazione di svecchiamento sostituendo i colletti con scollo profondo a V classici degli anni ’80.
Negli anni successivi la rivoluzione geometrica dell’azienda inglese trovò spazio su tutte le maglie griffate dal doppio rombo: dal Chelsea al Galatasaray, dal Napoli all’Inter passando per la Scozia, il Celtic, l’Irlanda del Nord e la Lettonia. Le forme geometriche diventarono il marchio di fabbrica di Umbro confermando che l’imitazione è la forma più sincera di adulazione ma soprattutto il modo più semplice per ottenere dei risultati.