
Bentornato, Burberry Nuovo CEO, nuovo vibe, nuovo amore per Daniel Lee
Lo show di Burberry che ha chiuso ieri la London Fashion Week (che generalmente ha visto un ritorno alla forma della scena inglese) è stato la dimostrazione di quanto un cambio di CEO possa influenzare l’estetica di un brand e il lavoro del suo direttore creativo. Fin dal suo arrivo lo scorso luglio, Joshua Schulman ha imposto al grande brand britannico un brusco e provvidenziale cambio di rotta: via i modernismi fuori luogo e le tentazioni della nightlife, via lo streetwear e le inclinazioni avant-garde e spazio, invece, alla tradizione di Burberry. Il brand inglese nato nel 1856, noto per i suoi trench e le sue sciarpe, il cui heritage nel tempo si è poi esteso al vasto mondo dell’outerwear inglese e della maglieria, ha proprio in queste categorie la sua ricchezza – perché spingerlo in territori che non gli competono? E ieri sera questo ritrovato senso di tradizione ha rappresentato il culmine di una correzione di percorso che tra campagne più “sincere” e meno glam e un rinnovato focus sulle vere categorie forti di Burberry, ha finalmente concesso al talento di Daniel Lee di brillare. La collezione presentata ieri è stata finalmente in linea con l’identità di Burberry e portava con sé un distinto, familiare sapore dello stile di Christopher Bailey (la sua collezione maschile FW08 rimane ancora un paragone di eccellenza per il brand) ma con aggiornamenti e silhouette che non solo rendevano distinguibile la firma di Lee ma evitavano che questo allineamento all’era d’oro del brand suonasse ripetitivo. In altre parole, Burberry è tornato.
Armigeri a parte, lo stile di Lee, con i suoi grandi baveri strutturati, il layering dei colletti e quel senso delizioso per la texture degli abiti ha finalmente brillato come doveva, di certo indirizzato meglio dalle direttive di un CEO che sa dove puntare le sue scommesse, ma ha anche introdotto sottili tocchi di styling e design particolarmente interessanti: molti look ad esempio avevano colletti di camicie visibili da sotto i cappotti che presentavano un design più rettangolare e un profilo a contrasto, tagliati in una seta che ricordava i pigiami; ma anche una cintura di cuoio messa all’esterno che fermava insieme un cappotto e una mega-sciarpa. Come ultima considerazione, al di fuori dello show, è che, vista la collezione, vorremmo che il rumor secondo cui Daniel Lee passerà da Jil Sander fosse falso – ci sono voluti due anni al designer per trovare il tono giusto su Burberry e proprio ora che l’ha trovato un suo addio sarebbe un peccato. Ma per sapere che cosa succederà non serve che attendere. Nel frattempo godiamoci questo momento di rinnovata speranza per l’amatissimo brand inglese.