
Il primo documentario di S.Pellegrino celebra l'importanza dei rapporti umani nell'alta cucina Ce ne hanno parlato i due chef protagonisti di "Afuera Hay Más – A Young Chef's Journey": Nelson Freitas e Virgilio Martinez
Il primo documentario prodotto da S.Pellegrino Afuera Hay Más – A Young Chef's Journey invita gli spettatori a immergersi nel vasto mondo della gastronomia peruviana mettendo al centro il rapporto unico di mentorship tra Nelson Freitas, vincitore della S.Pellegrino Young Chef Academy Competition 2023, e Virgilio Martínez, chef e proprietario del celebre ristorante Central, classificato costantemente tra i migliori ristoranti del mondo. Presentato in anteprima a Lima il 21 settembre, e ora disponibile su Prime Video, il documentario racconta l'evoluzione del rapporto tra Freitas e Martínez, il giovane chef emergente e il suo mentore. Attraverso l’insegnamento, l'amicizia e soprattutto il viaggio di esplorazione che i due conducono attraverso i territori del Perù, Afuera Hay Más offre una prospettiva intima su come la condivisione di esperienze possa trasformare non solo una carriera, ma anche una visione del mondo. Virgilio Martínez, insieme a Pia León, sua compagna oltre che Miglior Chef Donna nel 2021, e a sua sorella Malena Martínez, co-creatrice di Mater, ha introdotto Freitas alla scoperta in un complesso ecosistema gastronomico. Mater, il centro di ricerca multidisciplinare fondato da Virgilio e Pia, diventa il punto focale di un'esperienza che va oltre i confini della cucina, abbracciando il valore della cross-settorialità e il legame profondo con il territorio. Il motto di Mater, Afuera Hay Más, rappresenta la volontà di esplorare l’ignoto, coinvolgendo produttori locali, ceramisti, agricoltori, biologi e numerose altre figure che arricchiscono la visione culinaria di Freitas.
Ogni incontro diventa un’opportunità per crescere, superare i limiti della creatività e dare significato a ogni piatto, trasformando la cucina in un linguaggio espressivo e ricco di significati. Lavorando nelle cucine di Central e Kjolle, e viaggiando fino a Mil a Cusco, Freitas ha avuto modo di spingersi oltre i confini della tecnica, esplorando il valore dello storytelling attraverso la cucina. Un percorso di graduale consapevolezza e crescita che culmina nel legame tra maestro e allievo, che il documentario cattura in ogni momento. Al termine di questo viaggio, Freitas ha avuto l’opportunità di entrare nello staff di Central, una testimonianza del profondo impatto del percorso intrapreso durante la S.Pellegrino Young Chef Academy Competition. Più che una semplice storia di mentorship, il documentario celebra il rapporto trasformativo tra maestro e allievo e la costante ricerca della crescita personale e professionale. Virgilio Martínez, riflettendo sul valore dello scambio culturale nella gastronomia, ha spiegato: “Considerando che il mondo della gastronomia può comportarsi come una bolla, chiaramente queste esperienze culturali sono estremamente importanti e arricchenti. C'è una connessione speciale tra persone che non si conoscono quando si avvicinano al nuovo e all'ignoto.” Anche per Freitas, l’esperienza è stata rivoluzionaria: “Lavorare con Virgilio mi ha permesso di vedere l’arte culinaria come un mezzo di narrazione, dove ogni piatto è profondamente radicato in una cultura e una storia,” ha raccontato.
Come dicevamo prima, il titolo del documentario, Afuera Hay Más (traducibile con "Là fuori c'è di più"), riflette la filosofia che ha guidato entrambi gli chef durante il loro viaggio. Per Virgilio il motto significa che “non tutto è nel regno di ciò che già conosci, che c’è di più in ciò che incontri quotidianamente, uscendo dalla tua zona di comfort e da ciò che ti è familiare.” È questa la mentalità che incoraggia gli chef a spingersi oltre i limiti e a esplorare nuovi ambiti di ispirazione culinaria, creando connessioni più profonde con persone, culture e ingredienti provenienti da tutti gli angoli del mondo. L’approccio di Virgilio alla cucina è profondamente influenzato da questa filosofia. “Dentro il mio cibo, devo rendere visibile questo concetto, che all’interno di quel piatto ci sono molti altri componenti che devi rendere visibili. Più che la creazione di un piatto che sia buono o gradevole, voglio creare un’esperienza, un momento che sia ispirante, che ti muova, che ti tocchi e ti faccia riflettere,” ci ha detto.